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BERNINA EXPRESS - INVERNO 2020

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jul 18, 2023
  • 5 min read

Updated: Sep 16, 2024

23-24 febbraio 20


18 luglio 2023

Bernina Express. La prima suggestione sono i nomi dei luoghi: Tirano, Brusio, Miralago, Poschiavo, Alp Grum, Ospizio Bernina, Diavolezza, Morteratsch, Pontresina. Nomi che evocano imprese eroiche ed intrepide traversate nella bufera.


Poi i colori. Il bianco immacolato della neve, l'azzurro chiarissimo tendente al grigio del ghiaccio, il rosso iconico del trenino. Il resto è opera di Margherita che, nel mese di febbraio 2020, ha realizzato il sogno. Perché il percorso del Bernina Express, il trenino rosso delle ferrovie svizzere è davvero un sogno ad occhi aperti. Il viaggio, della durata di circa due ore e venti minuti e con un dislivello di 1.800 metri, è talmente sorprendente che sembra un prodigio ed un miraggio nello stesso tempo. Già l'avvicinamento alla stazione di partenza di Tirano in Valtellina è un piacere per gli occhi, per lo spirito e, non per ultimo, per il palato. Dal fondo valle la vista sui vigneti, aggrappati alle pareti scoscese, è una vertigine al contrario. Le viti i tralci i tutori i sentieri sembrano precari ed in procinto di franare inarrestabili verso di noi. Anche le casupole e le poche persone che intravediamo lontane sono sempre in equilibrio sul ciglio di un dirupo. Ma tutti questi stordimenti fisici e spirituali arrivano a noi in maniera talmente naturale e genuina che le nostre sensazioni e il nostro rispetto sono altrettanto naturali. Non mancano le soste in tipiche locande tra formaggi, salumi e i celebri pizzoccheri accompagnati dal rosso Sassella coltivato in questi eroici vigneti. L'atmosfera che si crea è schietta e spontanea, magari un po' severa, come la gente di questi luoghi, come gli scorci ruvidi, quasi primitivi, di questa valle laboriosa.


Arriviamo a Tirano. Il paese è strano, per lo meno originale. Almeno ai mie occhi lo è. Senz'altro si respira un'aria di confine. Una grande, isolata e bella Chiesa è il Santuario della Madonna di Tirano, quindi una piazza deserta ed una strada per automobili percorsa, con improvvida naturalezza, senza barriere e senza marciapiedi, da un treno rosso! È il nostro Bernina Express silenzioso e sfavillante che raggiunge la stazione capolinea in terra italiana per poi ripartire e ritornare in Svizzera. E noi siamo pronti ad imbarcarci. Tutto, fin da subito, funziona alla perfezione. Forse citare la precisione svizzera è un luogo comune, ma non posso esimermi dal farlo. Partiamo in orario e tutto il nostro gruppo si accomoda in una carrozza prenotata e riservata. Passiamo anche noi per la strada principale e dai finestrini la sensazione è ancora più straniante con auto e pedoni tranquillamente accanto al treno. Lasciamo Tirano per addentrarci tra superbe montagne in territorio svizzero. A Tirano non c'è neve ma il vento è sferzante e la temperatura piuttosto bassa. In lontananza le cime dei monti sono innevate e si stagliano inarrivabili nel cielo blu, profondo ed intenso. Siamo tutti incollati ai finestrini quando la guida ci informa che siamo prossimi alla prima, forse la più famosa, attrazione del percorso. Il mirabolante viadotto di Brusio, ingegnoso percorso elicoidale, simbolo della tratta ferroviaria, che permette al treno, che non utilizza la cremagliera, di superare il notevole dislivello iniziale. Da questo momento in poi, fino a Saint Moritz, incurante del freddo pungente la mia testa ed ovviamente i miei occhi e le mie orecchie e quant'altro consentito sono protesi fuori dal finestrino, ora verso la salita, ora verso valle, ma anche in un ubriacante su e giù, avanti e indietro, destra e sinistra, di lato e di sbieco, per carpire tutto e non lasciar sfuggire nulla ai "mille e più" sensi di cui ora mi sento detentore.


Miralago. Il nome è il luogo. Incantevole e rilassante come il percorso fino a qui, ma oltre il lago la muraglia delle montagne sembra impenetrabile. Dopo poco, passato Poschiavo (bel borgo da cui il nome della vallata) inizia l'ubriacatura. Ciò che era alla mia sinistra si sposta a destra vedo degli alberi, un istante dopo solo roccia, poi ancora gli alberi... gli stessi? Non capisco se questa carrozza in cui mi trovo stia andando o ritornando ... Non ascolto la nostra guida, non ho tempo e non ho la concentrazione mentale. Funzionano solo gli occhi e le gambe. Quest'ultime per spostarmi da un lato all'altro della carrozza per vedere tutto e, nello stesso tempo a cagione della frenesia, per perdere quasi tutto. Gli altri compagni di viaggio sono tranquilli ai loro posti io, per non disturbare, decido di cambiare vagone. Sono fortunato, quello accanto è vuoto e sono libero nella mia danza frenetica. È come essere al luna park immersi in un frastuono visivo. Vedo la coda del treno e subito dopo, anzi nello stesso momento, vedo anche il locomotore. I tornanti si susseguono uno dopo l'altro in un groviglio di code di serpi. Ogni tanto una galleria, anche questa in tornante, utile al treno ed ai miei occhi. Poi riprende il meraviglioso trambusto. E io sono una trottola impazzita.


E la neve. Già ai primi tornanti le rotaie scivolano luccicanti tra alti cumuli di neve e dalle gallerie penzolano stalattiti di ghiaccio. Il freddo è intenso e il mio volto si fa paonazzo e le orecchie sono di fuoco. Ma non demordo. La bellezza del paesaggio lì fuori non ha paragoni e io, con tutti i viaggiatori, non posso perdere un singolo cristallo di neve un singolo scampolo di blu, alcun lampo rosso proveniente dalla coda del treno. Ad ogni stazione il convoglio rallenta, in alcune si ferma un attimo per far scendere o salire i passeggeri. Alla stazione di Alp Grum, praticamente una baita isolata, abbiamo il tempo e la gioia di osservare il maestoso ghiacciaio del Palù. Impressionante gigante azzurrino che incute rispetto e forse anche un po' di timore. Intorno neve, neve e ancora neve. Lasciata Alp Grum il trenino si trasforma per arrivare al Passo Bernina. Il trenino diventa un sommergibile rosso che si insinua nelle nevi, si immerge nel bianco e lascia scodinzolare solo una lunga coda carminia. Una frustata di colore in mezzo al candore. I laghi del passo sono ghiacciati e sappiamo che ci sono solo perché menzionati dalla guida, ai nostri occhi solo una distesa di algida incontaminata e abbagliante neve. E gli occhi, dopo le orecchie, bruciano e diventano rossi come il nostro trenino. Bruciano come due tizzoni ardenti mentre rimpiango di aver lasciato gli occhiali in albergo. Ci fermiamo qualche minuto in più alla stazione di Ospizio Bernina. Mai nome fu tanto evocativo. Ho immaginato antichi viandanti trovare ristoro in questa capanna a 2.253 metri, ho immaginato grandi animali affamati e venti ululanti e tempeste incessanti. Adesso si scia.


Inizia la discesa verso Saint Moritz. Inizia con dolcezza e sembra quasi un atto di misericordia per le fatiche della salita e consente ai passeggeri di godere, oltre alle piste raggiunte dalle funivie Lagalb e Diavolezza, della vista del maestoso gruppo del Bernina, la cui cima principale, il Pizzo Bernina raggiunge i 4.049 metri sul livello del mare. Lasciamo anche la lingua glaciale di Morteratsch che sebbene adesso ci sembri tanto grandiosa e potente in verità, nell'ultimo secolo, ha subito un impressionante ritiro mettendo a nudo una vasta morena dietritica, ben visibile durante il periodo estivo. Ora il treno entra nel bosco e la neve è ancora copiosa tra i rami dei pini cembri mentre poco lontano dai binari si intravedono alcune persone arrancare con gli sci da fondo. Si percepisce chiaramente che stiamo raggiungendo località di grande richiamo turistico. Pontresina, poco prima di arrivare alla celeberrima Saint Moritz, è tra queste. A Pontresina ci fermiamo un po' più a lungo del solito perché ci sono le coincidenze con i treni che vanno verso la Bassa Engadina e verso altre destinazioni. Noi però entriamo nella mitica Alta Engadina e dopo pochi chilometri il trenino arriva in stazione a Saint Moritz a 1.775 metri s.l.m. Il viaggio con il trenino è terminato e dopo la visita alla mondana cittadina di San Maurizio, il rientro a Tirano avviene con il nostro bus, con una incantevole sosta al lago (ghiacciato) di Sils e attraverso il passo Maloja.


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