CALIFORNIA - ARIZONA
- Luigi Perissinotto

- Jun 5, 2023
- 3 min read
06 Giugno 2023
Come si dorme nel mezzo del deserto? Assurdo stanotte! Il vento era incessante e i camion e le auto lungo la Highway 40 (attraversa gli Usa da ovest a est) e il volo ininterrotto di aerei verso, sopra, da e per Los Angeles non ci hanno dato tregua. Alle cinque eravamo in piedi. Partenza con un sole subito ardente e una luna piena ancora alta e visibile. Alla mia sinistra il deserto fino ad un profilo di monti lontani e inconsistenti, a destra incredibili rilievi, aspri e lunari, di un altrettanto incredibile colore grigio/rosso con lunghi solchi marrone. Tra le ravvicinate creste di queste asperità riuscirei a vedere la sagoma di un cavallo montato da un Navajo e un segnale di fumo per dare il via all'assalto alla nostra "diligenza". Fortunatamente gli indiani ci lasciano passare ed anche i camionisti non sono agguerriti.
Ogni tanto la Freeway 40 interrompe il lungo rettilineo con una altrettanto interminabile curva. Non capisco il motivo, non ci sono ostacoli se non basse montagnole, assolutamente non ci sono case o pozzi o linee elettriche. Forse solo per tenere desti e pronti i guidatori. O per evitare lo scavo di gallerie o per agevolare la costante quasi impercettibile, ma reale e lunga salita.
Ad un certo punto, alla nostra destra, prima in lontananza e poi sempre più vicino, passa un lungo e lento convoglio ferroviario. Provo a contare i vagoni, ma dopo i primi cento mi stanco. Il treno merci si allontana e nient'altro si muove oltre la pista d'asfalto. Sembra essere il vento l'unico "organismo" vivente in questa regione. A parte i tumble weeds che, tutti della stessa altezza e tutti identici, rendono il deserto una distesa di colore verde oliva tendente al grigio. Sembrano piantati dall'uomo uno a uno con un distanziatore, come in un campo coltivato da un bravo contadino. Peccato non siano utilizzabili in alcun modo se non per accendere un fuocherello di notte o per scaldare la brocca del caffè a John Wayne.
Da queste parti, da qualche parte verso Nord, ci dovrebbe essere Las Vegas, ma non è nei nostri programmi. Mi rendo però conto dell'assurdità di questa città fondata e costruita (mi pare proprio da italiani) in mezzo al nulla, senza acqua senza storia senza ragionevolezza per facilitare il gioco d'azzardo e l'accumulo di montagne di dollari.
Ad un certo punto, non so dopo quante miglia dalla partenza, finisce la California in mezzo al deserto e inizia l'Arizona in mezzo al deserto. Il confine dell'Arizona, lungo questa strada è indicato dal fiume Colorado. Finalmente rivediamo un corso d'acqua, all'improvviso in mezzo al deserto, di un fantastico blu che il bel Danubio nemmeno a pensarci. Comunque il Mojave non è finito. Cambia solo un po' la vegetazione. Leggermente più verde o meglio, meno grigia.
In una località di nome Willows il Mojave sembra piano piano finire per lasciar posto ad un paesaggio, sempre arido, ma con qualche strano alberello tipo pino mugo sparso tra dune sabbiose. Da Bakersfield fino a questo punto, passando per località o punti geografici dai nomi evocativi tipo Ghost City, Mesa, Kingman, Stocktown, abbiamo percorso circa mille chilometri all'interno del mio primo indimenticabile deserto americano.
Lasciamo la Highway 40 e prendiamo verso il Grand Canyon. Le indicazioni segnano ancora 180 miglia (circa 300 km), un'inezia. La vegetazione cambia ancora e, in un rettilineo infinito e piatto con una lieve strana inclinazione all'orizzonte, attraversiamo boschi radi di pineta quasi marina. Siamo però a 2.200 metri di altitudine, più in alto del Sequoia. Anche in questo caso, l'avvicinamento ad un luogo tanto bramato mi destabilizza. Mi aspettavo roccia e valli profonde e gravine immense e ripide salite e altrettanto ripide discese verso profondità remote.
Niente di tutto questo. È una distesa pianeggiante e sin troppo rilassante. Probabilmente una bizzarra e singolare contrapposizione al grande orrido del canyon del Colorado che dovrebbe trovarsi da qualche parte di fronte a noi. Dopo circa 600 chilometri, da Yermo California ci fermiamo a Tusayan Arizona, all'interno del Grand Canyon National Park. Solito ingresso a pagamento e alla prima indicazione di un "view point" mi lancio come un forsennato verso un vuoto inspiegabile. Dentro il vuoto le Alpi, gli Appennini e forse le Ande sottosopra. Forse domani non sarò in grado di descrivere Marte sulla Terra.




















Comments