CIUDAD DE MEXICO
- Luigi Perissinotto

- Jun 19, 2023
- 4 min read
Updated: Feb 22, 2024
20 Giugno 2023
Parto dal presupposto che questa città è tra le più popolose ed estese al mondo e io non ho visto niente. Non la periferia, nemmeno la zona collinare, le favelas o gli slum. Basti pensare che questi ultimi sono tra i più grandi al mondo con quattro milioni di abitanti. Non ho visitato musei, chiese e palazzi. Ho solo passeggiato per il centro storico (patrimonio dell'Unesco) e, in sette ore, non sono riuscito a circoscrivere un solo piccolo quadratino della mia mappa. Cosa mi rimane di questa breve permanenza? Intanto una piacevole sorpresa che, almeno per il centro storico, contraddice tutti i miei stereotipati pregiudizi.
Ho spesso associato Mexico City ad una città caotica, una bolgia di auto e di persone indisciplinate, rumori assordanti e inquinamento atmosferico. Una specie di Calcutta in versione latina. Invece al mattino presto, nell'area dello Zocalo, cuore della metropoli, è come essere ad un meeting di spazzini e poliziotti. La città è pulitissima, tutti gli operatori, in prevalenza donne, sono minuti di un set di scope anche di saggina e di un antiquato carrettino con bidone. Sono tantissimi, vestiti di giallo, ed essendo appunto tantissimi li trovi dappertutto, anche addormentati in un angolo o a giocare con il cellulare. In ogni caso gli interstizi tra le piastre delle piazze e dei marciapiedi vengono ispezionati in modo chirurgico e ripuliti in profondità.
I poliziotti (tra i quali tantissime donne) sono tutti in assetto da guerra. Nonostante i miei appostamenti non sono riuscito a distinguere i vari corpi. Ci sono quelli con la divisa più scura, totalmente nera, che mi sembrano corpi speciali antiterrorismo armati fino ai denti, muniti di casco e spesso con il passamontagna. C'è la polizia municipale con divisa un po' più chiara ma anche questi pronti ad assalire il nemico. Poi ho visto quelli che immagino siano i vigili urbani, finalmente con una divisa ordinaria, camicia bianca e pantaloni neri e le donne con uno sfizioso cappellino blu con ciocca personalizzata, ma sempre con la pistola in bella vista. Infine la vigilanza privata in tutte le salse e ovunque anche fuori dai locali più anonimi. Anche alcuni "invasati" davanti ad una banca con fucile a pompa e in pattugliamento lungo il marciapiede con atteggiamento più che bellicoso. Dimenticavo le camionette con il cassone aperto e i poliziotti, come soldati, aggrappati ai sostegni con mitra spianato. Ebbene devo dire che la città è pulita e sicura!
Anche il traffico è ordinato e nei punti cruciali c'è l'ennesimo vigile con l'ennesima divisa, che interviene con vigore quando qualcuno sembra non rispettare le regole o addirittura andare troppo piano. Ulteriore piacevole sorpresa il verde pubblico. Anche qui un reggimento di giardinieri, con le stesse insegne degli spazzini, a mantenere in ordine prati e fontane e pronti a raccogliere anche una singola fogliolina abbandonata. Tutti indistintamente, spazzini, giardinieri, manutentori di marciapiedi o di fontane, usano attrezzatura manuale e tradizionale. Nessun aggeggio elettrico o a scoppio. Non ho visto tagliaerba decespugliatori soffiatori trapani e motoseghe. Non ho perso le mie cattive abitudini e ho dovuto chiedere ad uno di questi addetti, che stava faticando con un forbicione a mano per tagliare dei rami, perché non usava la motosega. Apro parentesi: grande exploit da parte mia in lingua spagnola per dire motosega. Praticamente una serie di gesti inconsulti e un suono rauco con il fondo gola. Comunque ci siamo capiti. Mi ha risposto: "muchos ladrones, yo tambien" (tanti ladri, anch'io). Praticamente evitano di utilizzare attrezzature moderne elettriche e a motore per evitare i furti, anche da parte del personale Interno.
Moltissimi, praticamente ad ogni angolo o anfratto di muro con o senza riparo, i venditori di tutto. Non faccio l'elenco. La parte del leone la fa comunque il cibo preparato al momento. Io ho provato il "pollo asados al carbon". Non era male nonostante l'assenza di posate, un solo tovagliolo e una salsa che non riusciva ad uscire dalla ciotolina di carta se non aiutata dal mio dito indice. Alla fine ho scoperto che la cottura al carbon era stata eseguita altrove (in città è vietata) ed era solo riscaldato.
Dopo il pollo delle undici (ieri sera ho mangiato due biscotti e stamattina la colazione era una sauna di odori penetranti e per me non invoglianti) mi accorgo che la città è cambiata. Le auto, anche allo Zocalo, sono aumentate esponenzialmente così come i pedoni, i venditori, i manifestanti, gli accattoni i questuanti e, ovviamente, i poliziotti. In ogni caso, questa piccola porzione di città che ho visitato mi pare molto viva e molto vivibile. Quasi alla fine del mio tour ho provato ad entrare nella "Cattedral Metropolitana" anche per cercare un po' di refrigerio. L'ingresso era a pagamento e non era un problema (30 pesos meno di due euro mi pare), ma c'era una lunga coda sotto quel sole dal quale io cercavo di fuggire. Non ho nemmeno provato.
Ero nuovamente in Plaza de la Constitucion o Zocalo e ho fatto tempo ad assistere a ben tre manifestazioni di protesta al grido "El Pueblo unido jamas sera vencido" composte ciascuna da massimo venti persone. Gli infermieri, poi un gruppo non identificato contro la corruzione e, infine, i miei preferiti, una etnia indios per non so cosa, ed era questo, l'unico gruppo sotto stretto controllo della polizia. C'erano donne e bambini che alla fine hanno esposto i loro prodotti. Io ho acquistato un oggetto artigianale per Marzia, primo perché mi piaceva, poi perché mi piaceva la signora che lo vendeva e infine perché non mi piacevano le facce dei poliziotti.
Il refrigerio l'ho assaporato sotto le fronde di un bel viale alberato seduto su di un cordolo con una coca ghiacciata in attesa delle 17 per poi prendere un taxi verso la stazione "Central de autobuses del norte" (immensa come un aeroporto). Il percorso in taxi dura circa venti minuti e il costo è veramente irrisorio 152 pesos (meno di nove euro). La prossima volta (!?) girerò in lungo e in largo per Ciudad de Mexico solo in taxi. La corriera è partita per San Miguel de Allende alle 19:30; ho guardato un film in spagnolo e non ho capito niente, ho ascoltato della musica in spagnolo e mi sono quasi addormentato, ho spento il monitor davanti a me e ho iniziato a scrivere questa storia. Ho inserito le chiavi di casa all'una di notte. Ancora due giorni intensi, ancora una volta indimenticabili.
































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