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EL DIA DE LOS LOCOS

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jun 17, 2023
  • 3 min read
18 Giugno 2023

Ore 5:30 del mattino. Non so se sono gli ultimi fuochi di ieri sera o i primi di stamattina. Sono incline a pensare si tratti del sottofondo chiassoso di questa città, la voce del ventre arcaico, che si perpetua senza interruzioni temporali. Perciò, ogni quarto d'ora, fino alle otto, devo convivere con questo frastuono. Dalle otto in poi siamo in guerra totale. I botti sono più ravvicinati, quasi continui, sirene, musica ritmata con tre note ripetute ad alto volume, squilli di tromba e colpi di grancassa. È l'alba di una giornata speciale qui a San Miguel de Allende. Il giorno più atteso dell'anno. El dia de los locos (il giorno dei pazzi)!


Usciamo e siamo già bloccati. Davanti al nostro ingresso stanno caricando una "camioneta" con enormi casse acustiche impilandole una sull'altra fino a creare un muro instabile. Pochi passi e davanti casa una famiglia al completo è alle prese con maschere e trucco. Tutta la città, ogni quartiere, si sta preparando con il costume scelto per la rappresentazione ideata. Ci sono i Pokémon, i cartoni di Walt Disney, Supermario, gli Aztechi, gli uomini primitivi, gli eroi della Marvel e altri ancora.


Lungo il percorso da casa di Ricardo alla Piazza della Cattedrale è un fermento e un frastuono continuo. Non riesco a parlare non riesco nemmeno a capire in quale quartiere siamo: in quello di Minnie o di Spiderman? A San Rafael, a San Antonio o a San Juan de Dios? L'indisciplina è totale. C'è Pikachu che sta truccando uno vestito da campesino (contadino) e un uomo con la parrucca rossetto gonna e un bel paio di baffi mentre infila un testone da dinosauro alla moglie. Non oso immaginare la sfilata se già la preparazione è tanto confusionaria.


L'inizio del corteo è previsto per le dieci e la durata è di tre ore. Sotto il solito sole equatoriale! Tra l'altro ho visto gente con vestiti imbottiti, con pellicce d'orso, chi traina carrozzine, carriole, cavalli di cartone e casse di ghiaccio. Inoltre le strade di San Miguel sono in salita, acciottolate e i dossi di rallentamento sono distanziati venti metri l'uno dall'altro e alti quasi mezzo metro. Un percorso da iron man. Un percorso a cui nessuno si sottrae. Ci sono persone di tutte le età: dal neonato alla nonna. Ho visto gente in carrozzina, con il bastone, con il piede fasciato e mamme con il piccolo al seno.


In piazza solita panchina. Libera ma precaria. Ho voglia di inseguire il corteo e non di aspettarlo all'epilogo. Le casse acustiche sovrastano tutto, il suono delle campane e la voce di Ricardo. Mi alzo e vengo fagocitato da una folla enorme, un'onda di facce indios e parecchi gringos. Molti con una maschera molti con il volto truccato. Vedo passare una camioneta ad un incrocio e mi butto, assieme alle parte posteriore di quelle facce, in quella direzione rincorrendo il frastuono. La bolgia è inverosimile. Ci sono persone ovunque, da ore in attesa ai bordi delle strade, con viveri, bibite, ghiaccio e grande partecipazione fisica. Riesco a farmi largo e sovrastare coloro che mi stanno davanti. Il primo sguardo al serpentone dei "locos" è nello stesso tempo affascinante e inquietante. Sono troppi! Impossibile vederne il capo e la coda. Sono disordinati, indisciplinati, rumorosi, fuori dalle righe, incontrollabili, esultanti, indomabili, divertenti. Sono felici! Lo sono anch'io.

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