GRAND CANYON
- Luigi Perissinotto

- Jun 6, 2023
- 3 min read
07 Giugno 2023
È arrivata anche questa giornata tanto attesa. Stanotte ho sognato Thelma & Louise, ma l'auto non era una Ford Thunderbird azzurra, era piuttosto rossiccia e, per la verità, assomigliava a quella di Ricardo. Per evitare nocivissime imitazioni di lanci nel vuoto lascio a riposo Ricardo che è passato da queste parti lo scorso anno. C'è una piscina che lo attrae più del panorama. Sicuramente più dei voli d'auto dall'alto del canyon.
Alle 8 del mattino sono già al South Rim (bordo sud) dell'immensa frattura. La giornata è splendida, limpida e ventilata, ideale per una escursione all'incontrario. Prima in discesa e quindi in salita. Chiedo informazioni ad una bella e sorridente Ranger con una vistosa cavigliera che le impedisce di fuggire dalle mie domande. È veramente dolce e in un attimo svaniscono tutte le mie remore e pregiudizi su poliziotti, guardie e ranger Americani. Diventiamo quasi amici e mi devo inventare una scusa per abbandonarla in questa terra lontana e selvaggia. Non le ho chiesto il nome ma ugualmente mi ha indicato il sentiero da fare i tempi di percorrenza e le difficoltà. Non ho capito niente e non volevo interromperla e soprattutto non volevo fare brutta figura.
Comunque il nome del sentiero era facile ed era segnalato ovunque. Il Bright Angel Trail. Leggo su Wikipedia le informazioni che probabilmente la Ranger mi aveva dato e che io non ho capito: il Canyon è lungo 450 km circa, largo da 500 metri a 29 km e profondo fino a 1860 metri. Il mio sentiero è lungo 12 chilometri e scende fino a 1360 metri. Guardo una fila di muli scendere velocemente, sento e vedo un elicottero di turisti e vedo anche un gruppo di persone molto molto in sovrappeso e decido di scalare (non voglio dire scendere) il Bright Angel. A proposito: non voglio volutamente consumare tutti gli aggettivi superlativi assoluti e non per elencare la magnificenza, la grandiosità e la mia ubriacatura per questo non luogo. Dico solo che venire sin qui era previsto fin dalla mia nascita (voglio credere sia così).
Lungo la discesa mi ferma un gentile signore, vestito da quasi ranger senza cappello, e leggo nella sua camicia la parola volunteer (volontario). È il caro buon Steve che mi chiede se ho acqua e quale sia il mio target (obiettivo) e mi consiglia sugli orari per la risalita. Mi dice in sostanza che per arrivare al Colorado e risalire ci vogliono due giorni. Per arrivare dove si vede il fiume e risalire 12 ore. Per arrivare alla capanna con bagni e acqua tre ore e altrettante per risalire. Con quest'ultima informazione ho fissato il mio target! Alla fontana con l'acqua c'è un assembramento di persone e di scoiattoli e non so quali siano i più indisciplinati e insistenti. Inverto la marcia e inizio la salita.
Non sono in gran forma ma in giro c'è di peggio e il gruppo sovrappeso è fermo su in alto ai bordi del sentiero. Non ho idea del dislivello, ma credo di aver fatto il Rifugio Coldai, più o meno. Verso la fine (o inizio) del sentiero incontro anche il buon John, anzi il buon John e più buono del buon Steve e si siede accanto a me chiedendomi qualcosa sulla mia macchina fotografica. È di queste zone, è dell'Arizona e abita qui vicino a soli 800 chilometri. Si è preso un paio di giorni per venire alla sua Church (chiesa). Per lui questa (il grande canalone) è la sua chiesa dove prega e medita e dove viene almeno una volta al mese. È in pensione, è sposato non ha figli e quando gli faccio vedere la foto della mia famiglia si commuove e mi lascia il suo indirizzo mail. Non ho capito per fare cosa, senz'altro gli manderò le foto.
Sono nuovamente in alto e il mio sguardo spazia su orizzonti obliqui e su cieli sovrapposti. Ho riempito i miei occhi e anche la mia anima mi manca solo di vedere il fiume Colorado dall'alto del Rim. Steve mi ha detto che c'è un servizio gratuito di bus che fa un percorso lungo il bordo con sosta nei migliori punti panoramici. Il Colorado, il creatore di tutto questo lo vedo (e forse sono riuscito a fotografarlo) lontanissimo profondissimo e di un mimetico color beige, da Pime Point, un poggio sul South Rim. Semplicemente grandioso!
Adesso mi rendo conto che potevo fare a meno di scrivere tante parole. Avrei dovuto lasciar parlare le foto, ma anche le foto, come le parole, non hanno tutti i colori necessari, le prospettive più giuste, i toni più caldi, la luce più sincera per illustrare e spiegare l'inspiegabile.

























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