Le mie tre montagne
- Luigi Perissinotto

- Aug 11
- 3 min read
11 agosto 2025
I - La montagna cupa
Noi amiamo la montagna. Quella fatta di pietra e di alberi e di neve e di uomini e donne simili a questi elementi. Uomini duri, scolpiti sulla pietra, e come la pietra aridi. Gente che nasce, vive e spesso muore in posti fatti di pietra in mezzo alla pietre. In paesi come Erto ad esempio.

Erto è ruvida fredda desolata e tetramente suggestiva. Cammini per Erto e anche i tuoi passi diventato pietra. Risuona il rumore della pietra che batte sulla pietra. L'eco è profonda come è profondo il Vajont che scorre più sotto.

Il villaggio è abbandonato, ma le case, dopo l'immane tragedia, sono state restaurate e mantengono l'originale austero stile e la tradizionale struttura. E ogni angolo, ogni tetto ogni comignolo, ogni ciottolo è pura montagna. Ogni vecchio e ogni vecchia che incontri, pochi e superstiti, sono vera essenza di montagna e hanno mille storie da raccontare.
Storie e leggende e canti, sacri e profani. In genere storie tragiche. Di fame freddo duro lavoro e separazione. Separazione dal mondo degli uomini e dalla civiltà. Perché a Erto gli uomini si confondono con gli animali, con la roccia e con il legno. E sanno un'infinità di cose inutili. Come tagliare una pietra intagliare un tronco, salire un campanile di roccia, falciare mungere e fare figli velocemente. E maledire.
Come il selvaggio di Erto. Un uomo di montagna assai scaltro, che conosce gli elementi primordiali come quelli attuali, che sa raccontare storie, spesso dolorose, che sa scolpire scalare e mille altre imprese straordinarie ancora. Almeno credo.
II - La montagna acida
Noi amiamo la montagna. Anche quella inarrivabile. Scrutiamo dal fondo valle le vette più alte, le guglie che forano il cielo e il ghiaccio che le circonda. Talvolta ci accostiamo ad esse, ma mai nella nostra miserrima condizione di uomini normali, riusciamo a conquistarle.
I nostri sentieri sono sempre faticosi erti, interminabili e spesso interrotti. In ogni caso al loro termine scopriamo che non hanno termine e il cammino periglioso e strapiombante continua verso l'irraggiungibile infinito.



Lassù, oltre le nuvole, affiorano altre vette altre guglie altri ghiacci.
La bellezza è attraente, vertiginosa allucinante ma noi siamo costretti ad abbandonare l'impresa. Perché siamo banalmente solo uomini ordinari. Per i superuomini inizia ora la sfida con corde chiodi ramponi freddo e fatica. Fino a conquistare il primo gradino del paradiso.




Alcuni di essi quando ritornano tra i terrestri non scordano di essere stati divini. E come tali tentano di indottrinare.
Alcuni di essi dopo aver conosciuto l'Eden chiedono il nostro rispetto e la nostra lontananza da esso e, di conseguenza, la nostra permanenza sulla terra.
Dopo aver abbandonato sporcizia lungo i canaloni, tra gli anfratti e le fenditure chiedono a noi, che mai lo faremmo, di non spargere la nostra nel giardinetto sottocasa.
Dopo aver percorso i sentieri del cielo chiedono il blocco del transito sulle strade degli uomini ordinari. Dopo aver attinto alle chiare sorgenti vogliono della moneta per l'acqua di casa. Come declama e come pretende il signore delle cime. Almeno credo.
III - La montagna gentile
Noi amiamo la montagna. I suoi colori, gli odori i silenzi e l'eco proveniente dallo scampanio sui pendii erbosi.
Entriamo volentieri in una piccola chiesa tra gli abeti non lontana dai larici non lontana da un preciso cimitero di croci di ferro non lontana dalla vita dei montanari. Usciamo volentieri dalla sua penombra e portiamo l'eco dei nostri passi sulle antiche pietre in mezzo alla natura incontaminata.

E scopriamo che non abbiamo bisogno di altro.
Non abbiamo bisogno di parlare, nemmeno di pregare. Abbiamo tutto perché non possediamo nulla se non il nostro silenzio.

Prendiamo il nostro sacco, il pane di ieri ed il formaggio di mille giorni fa, gli scarponi poco tecnici ed una scorta d'acqua limpida di fonte. Il resto è fatica e sudore.
Poi, nulla di più se non il cielo sotto e sopra e dentro di noi. Di questo, almeno, ne sono certo.




😘
Grazie
Chi ama la montagna le lascia i suoi fiori,FUNGHI,frutti e non pianta CHIODI.
Sei andato oltre, hai superato te stesso! Bravo! Baci Liana