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LEIDEN - AMSTERDAM - ZAANSE SCHAN - III^ TAPPA

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Oct 23, 2023
  • 7 min read

Updated: Sep 16, 2024

29 settembre - 7 ottobre 23


23 Ottobre 2023

Amsterdam in treno in auto o in bicicletta? Stamane, secondo giorno del mese di ottobre, abbiamo idee diverse sul mezzo di locomozione da utilizzare per spostarci da Leiden ad Amsterdam. Flavio, che lo scorso anno in Olanda sei mesi li ha fatti, propende per la bici, Marzia per il treno io guardo la mappa.

Amsterdam non è così vicina a Leiden come sembra e, nonostante le piste ciclabili più belle e sicure del mondo, io e Marzia siamo pur sempre italiani (Flavio è cittadino del mondo). Suggerisco, mio malgrado, l'auto, in modo tale da poter visitare un noto villaggio dei mulini nei dintorni di Amsterdam.


Prendiamo l'auto. In questo modo, oltre alla possibilità di raggiungere alcune località fuori mano, scopro anche le insolite caratteristiche delle strade secondarie dei Paesi Bassi. La carreggiata è divisa in tre corsie. Una centrale a doppio senso di marcia, in molti tratti senza la linea orizzontale centrale e due corsie, di colore diverso in genere arancione o giallo, altrettanto larghe, ai lati. Le due laterali sono riservate ai ciclisti, quella centrale ovviamente agli automobilisti che, spesso e volentieri, io con loro, incrociando un'auto in senso contrario sono costretti a fermarsi per dare spazio alle bici che sempre hanno la precedenza. Che sempre sono numerose, che sempre trasportano bimbi in una apposita navicella anteriore, che sempre attraversano la strada, che sempre scambiano la pioggia con il sole e viceversa e che mai controllano cosa fanno gli automobilisti. Nemmeno quelli italiani.


Cerchiamo un parcheggio nei pressi di una stazione della metropolitana periferica rispetto al centro di Amsterdam. Un posto facile da trovare, ma probabilmente gestito dall'Amsterdam Diamond Center, il centro vendita diamanti al dettaglio e all'ingrosso tra i più grandi al mondo. Il costo del posteggio è di 3,90 euro all'ora per le prime tre ore, quindi, tariffa fissa di 65 euro al giorno. Senza alcun benefit, sconto, agevolazione, buono spesa, arbre magique, portachiavi o altri omaggi.

Esco immediatamente dalla gioielleria e cerco un parcheggio più economico. Esiste, nascosto tra i palazzi residenziali, non lontano dalla metropolitana a "soli" due euro e cinquanta all'ora fissi.


Flavio spiega che in tutto il paese si cerca di scoraggiare l'uso delle auto e l'elevato costo dei parcheggi e la limitata disponibilità dei medesimi, è una strategia per farlo. Per lo stesso motivo anche i servizi di trasporto pubblico non sono economici. L'obiettivo è quello di incentivare, direi quasi di obbligare, l'utilizzo delle due ruote. Anche ai turisti.


Con la metropolitana raggiungiamo il centro di Amsterdam e Amsterdam non delude. L'impatto con la metropoli, la Venezia del Nord secondo molti, nel sole autunnale con un caos cubico (persone, bici e barche) è sorprendente e mi pare, ancora una volta di essere in una città sul Mediterraneo piuttosto che sul Mare del Nord. Nuovamente un luogo, una città, che immaginavo grigia, razionale e freddina, si svela appariscente, colorata e caotica.


Amsterdam


Lungo il canale del porto turistico





Andiamo quindi alla scoperta della capitale dei Paesi Bassi con Flavio cicerone. La piazza o le piazze lungo il canale, davanti alla stazione, sono oltremodo concitate e scenografiche, attraversiamo il ponte e mi rendo conto, oggi per la prima volta, della reale incidenza delle bici sul traffico cittadino. I ciclisti sembrano senza regole, anarchici e indisciplinati. Sul ponte transita di tutto: pedoni locali e quelli con la testa tra le nuvole (di sicuro i turisti), biciclette, tandem e tricicli, scooter elettrici, auto poche, taxi pochi, mini-pullman, tram e filobus. Sotto il ponte battelli tipo vaporetto, scafi panoramici, barche, barchini, canoe e surfisti. I ciclisti però, dal mio punto di vista, sono troppi e sembra non abbiano corsie a sufficienza ed a loro riservate. Mi aspetto di vederli anche sotto il ponte accanto ai natanti. Sono perplesso e anche preoccupato per la mia incolumità, ma Flavio mi fa notare le strisce ed i colori del manto stradale e la cartellonistica dedicata alle biciclette (fietsen, in olandese).

Non ci capisco un granché, ma alla fine tutto funziona e le biciclette vanno tranquillamente da una parte all'altra della città lungo strade trafficate, sopra marciapiedi affollati, lungo canali ringhierati e sopra ponti panoramici con una disinvoltura mai vista. Il pedone non ho capito se abbia o non abbia la precedenza rispetto al ciclista.




In città i luoghi comuni, non da sfatare bensì da confermare, sono innumerevoli. La gente in primo luogo. Notiamo una complessità etnica difficile da decifrare e anche l'estetica, banalmente esteriore, ci confonde. Persone con cappotto e sciarpa accanto ad altre in ciabatte infradito. Nessuno fa caso a nessuno.

Nell'aria strani odori o profumi (per taluni) provenienti dai numerosi locali, non certo appartati, con l'insegna "Coffee Shop", dove io volevo entrare per un caffè e dove, subito, Flavio mi ha fatto i complimenti per la mia imprevedibile apertura al "fumo". Non appena mi son reso conto del malinteso ho fatto retromarcia con un altrettanto istantaneo disappunto di mio figlio.

Entriamo anche nel famoso quartiere a luci rosse che, per un primo tratto attraversiamo senza quasi rendercene conto. Le ragazze, come statue in abiti succinti, espongono le proprie grazie in vetrina e anche questa esibizione sembra del tutto naturale. O quasi, visto che io volevo fare alcune foto fingendo di volgere l'obiettivo altrove, ma che di fatto non ho fotografato per rispetto e per divieto. L'ultima vetrina è a pochi metri da una chiesa, vicino ad un canale e ad un romantico ponticello. Nell'insieme una perfetta rappresentazione della città.






Il nostro accompagnatore, al passaggio sull'ennesimo ponte sopra l'ennesimo canale, inizia ad essere stanco e decide (solo lui) di tornare alla stazione attraversando altri ponti e fiancheggiando ulteriori canali. Breve sosta al mercato dei fiori o meglio dei bulbi di tulipano per acquistarne alcuni, dai colori improbabili ma che scopro reali, per il nostro giardino. Il mercato è composto da numerosi casotti o chioschi posti l'uno accanto all'altro lungo uno dei canali principali e gli incredibili colori dei fiori e la variopinta clientela e gli imprevedibili raggi di sole dagli squarci tra le nuvole, ancora una volta, mi catapultano in una città del nostro sud.

ll nostro accompagnatore

Abbiamo il tempo per un giro in barca panoramica. Il molo di partenza è in uno dei punti più suggestivi ed iconici di Amsterdam dove alcune facciate, piuttosto severe e rigorose, si specchiano nelle scure acque del grande naviglio. Purtroppo, la nostra imbarcazione è come una serra, con vetrate ai lati e sul tetto, tali da impedire qualsiasi foto decente. Inoltre, il conduttore, marinaio e guida, si esprime in inglese ed in tedesco.

Di fianco a me alcune signore ridacchiano rumorosamente, credo che il pilota abbia detto una facezia e poiché non posso fare foto e non sono in grado di capire una sola parola, rido anch'io per partecipazione e solidarietà, ma per la verità mi pare di essere semplicemente un citrullo.


La gita in barca offre comunque alcune prospettive molto interessanti. Passiamo accanto al Nemo (Centro Nazionale per la Scienza e la Tecnica) che ricorda una prua di nave che emerge dalle acque, progettato da Renzo Piano, e alla sede mondiale di 'Booking com'. Cito quest'ultima solo perché, proprio in quel momento, stavo pensando alla mia prossima prenotazione, appunto con Booking, in quel di Bruges in Belgio. Immagino qualcuno in un piccolo ufficio di quell'enorme edificio mentre sta cercando una stanzetta per noi e mi pervade una sensazione di leggera tristezza.


Molo

Nemo (prog. Renzo Piano)

Finisce il tour e ritorniamo al parcheggio "economico" tra i torreggianti appartamenti della periferia.


Centro residenziale

La nostra prossima meta è famosa quasi quanto Amsterdam e dista, dalla capitale, circa venti chilometri. Siamo a Zaanse Schans, un ameno e tipicissimo villaggio ai margini di un grande canale con sette (o dieci) altrettanto caratteristici mulini a vento. Siamo anche bloccati, in coda, mentre un ponte levatoio si sta alzando per consentire il passaggio di una nave da carico.


La sosta forzata non disturba e mi permette l'osservazione del posto, del fiume e delle aree adiacenti. Lo sguardo verso il vicino mare, che appena si intravede nella foschia, mi sconcerta e mi pare di essere a Porto Marghera.

Dalla parte opposta il colpo d'occhio è altrettanto stupefacente, ma diametralmente opposto. Il fiume o canale e ciò che lungo le sue rive si erge è l'immagine più stereotipata e tipica del paesaggio olandese. Da un lato, oltre a tre mulini in lontananza, come in una ordinata processione si scorgono le minuscole casette, forse di un antico borgo marinaro, con la parte bassa in mattoni e la superiore in legno tinteggiato con austeri colori (verde blu e grigio).

Lungo la riva opposta una successione di sette mulini a vento tutti risalenti al XVI secolo (all'epoca erano quasi settecento).

Accanto a noi un chiassoso corteo di studenti, ovviamente in bicicletta, nel solito organizzato disordine all'uscita di una scuola, situata in un edificio impossibile, sospeso in mezzo ai canali e, nello stesso tempo, immerso nel verde dei prati.


Zaanse Schan




Come al solito parcheggiare l'auto è un'impresa titanica. Non esistono parcheggi liberi e, quello ai margini del borgo dei mulini, è piccolo e ovviamente completo. Con lo stile e l'intuito tipicamente italiano troviamo un angolo, forse privato, lungo una stradina del paesino sulla riva opposta a quella dei mulini. Meglio non poteva andare. Abbiamo l'opportunità di ammirare e fotografare le casette olandesi, quelle che sempre abbiamo immaginato. Quelle piccole, con il tetto a punta, con la parte alta della facciata frontale a gradoni, o leggermente arcuata del sottotetto con una sola finestrella in alto. Anche in questo caso una ovvietà che nella realtà riesce invece a sorprendermi.






Attraversiamo nuovamente il ponte, questa volta a piedi, ammirando il piacevole e quieto paesaggio lacustre, quasi un quadro di Willem Roelofs, pittore olandese dalle ampie vedute, piatte e morbide sotto i vasti cieli nuvolosi, pure oggi incombenti sulle placide acque di questa regione.

Entriamo nel parco del villaggio di Zaanse, lungo i canali in cui si specchiano i mulini e le piccole abitazioni di agricoltori e allevatori di bestiame. Alcuni mulini sono in funzione e possono essere visitati all'interno. Noi preferiamo passeggiare immersi in un mondo idilliaco, fin troppo perfetto da sembrare ideato giusto da un pittore ottocentesco o da un architetto con un pretesto puramente visionario e di ricerca armonica.





Molti e suggestivi riflessi sembrano quasi stampati sulla superfice dell'acqua immobile e scura: i tetti a punta delle case, le pale dei mulini, le imbarcazioni e le anatre, i germani reali, mentre avanzano fluenti senza quasi increspare la superficie dello stagno.

Anche la luce del tramonto ci aiuta a "sopportare" tutta questa eterea beltà, talmente plastica e celestiale che decidiamo di fuggire verso contrade meno aliene. E ci prepariamo ad un nuovo "conflitto" con la sagra di Leiden, la sconquassata "Leiden Fest".

Di cui parlerò ampiamente nella prossima IV tappa del nostro viaggio nel cuore dell'Europa.

Leiden Fest


5 commentaires


marta marion
marta marion
19 janv. 2024

Bello!!☺️

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Invité
28 oct. 2023

Bello

Ciao

Fabio Bozzao

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Luigi Perissinotto
Luigi Perissinotto
28 oct. 2023
En réponse à

Grazie Fabio alla prossima

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Luigi Perissinotto
Luigi Perissinotto
28 oct. 2023

Grazie. Non so chi sei. Meglio se metti anche il tuo nome.

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Invité
27 oct. 2023

Grande Gigi!

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