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LONDON, MARCH 14th-17th

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Apr 3, 2024
  • 11 min read

Updated: Sep 16, 2024

14-17 marzo 24


3 Aprile 2024

Non avrei mai immaginato poter scrivere qualcosa su Londra. Men che meno di interessante o di originale. Infatti, non sarà nemmeno questo, un resoconto né ordinato né consequenziale e tantomeno memorabile.


Inizio dalla fine, da quando mia figlia, in Aeroporto a Venezia, al nostro arrivo mi pone la fatidica domanda. Quella che io stesso ho sempre rivolto ai miei figli ed agli amici viaggiatori al loro rientro. Una domanda tanto banale quanto inutile. Posta da un bambino ad un altro bambino.

Francesca è giovane, ma è già una esperta viaggiatrice (a quindici anni è stata, full immersion per dieci mesi, ad Hong Kong) e con naturalezza ed ironia mi rivolge quindi l'inesorabile e superflua domanda: "Dimmi la cosa più brutta e la cosa più bella che hai visto o fatto a Londra". 

Non ho avuto tentennamenti, tra l'altro il giochino del bello e brutto è una mia invenzione e una mia specialità, e ho risposto: “Bello il tempo atmosferico! brutto lo scopino!”. Due elementi certamente spiazzanti che cercherò di giustificare.

 

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Sono partito con la testa piena di luoghi comuni (forse veri) sul meteo britannico: grigio, piovoso, nebbioso, umido e così via. Sono partito con un ombrello corto e un ombrello medio, l'impermeabile, una mantellina e un paio di scarpe da Lagunare. Ho trovato il sole di Capri (forse esagero), il cielo terso delle Dolomiti (idem), le nuvole primaverili della Prealpi (ancora esagero), il vento di Trieste (idem) e alcune gocce di pioggia, come a casa.

A Windsor, il castello reale sembrava irreale incendiato da un sol levante come in un mattino Adriatico. Nella City la guglia sommitale della torre "The Shard" di Renzo Piano bucava un azzurro incontaminato come un qualsiasi campanile italiano in un cielo azzurro italiano. Verso sera, all'uscita dalla "Tube" (Metro) la pioggerellina evaporava nello sbuffo caldo proveniente dai sotterranei ferroviari. Infine, persino una pioggia consistente sembrava incerta mentre le nuvole rincorrevano sprazzi di azzurro.

 

Nulla è stato come la cronaca degli "altri" mi aveva raccontato. Né il tempo né la città. Per la testa mi rimbalza un termine, una definizione: la grande metropoli è disponibile!

Immaginavo barriere: linguistiche, sociali, culturali e alimentari. Nulla di tutto ciò.


Con un gruppo eterogeneo di "studiosi della lingua anglosassone" sbarchiamo a Itrov (Heathrow) ed iniziamo un tour di parole a vanvera con gli addetti alla dogana, con i facchini, con la guida e con l'autista. Prima sorpresa: siamo compresi e comprensibili. Usciamo dall’aeroporto, aspettiamo e sbuffiamo in coda come in una qualsiasi fermata pubblica di una qualsiasi località italiana, senza destare curiosità, biasimo o qualsivoglia indulgenza.

Seconda sorpresa: da queste parti guidano all'incontrario, ma non me ne accorgo. È sufficiente cambiare lato e tutti vanno dalla parte giusta. Forse non mi sono spiegato: se mi trovo sul lato sinistro di una strada vedo le auto provenire in senso contrario rispetto al "mondo civile" (Europa), ma se guardo lo stesso lato dal lato opposto mi sembra tutto a posto... ma credo di non essere stato ancora sufficientemente chiaro, anzi mi pare di aver peggiorato. Meglio abbandonare questo scabroso argomento.

 

La città, vista dal pullman, è subito coinvolgente. Persino le fabbriche e le vecchie stazioni e le case popolari sono affascinanti in mattoni rossi, gialli e talvolta grigiastri tendenti al fumo… forse è il famoso "fumo di Londra", ma non ne sono sicuro. Le modeste abitazioni sono allineate, come “processionarie”, ai lati di strade alberate ed hanno il fascino particolare delle case anglosassoni e americane. La facciata finestrata stretta ed alta, cinque gradini a sbalzo sull’angusto e umido giardinetto sottostante che portano ad un piano rialzato, un portoncino protetto da una sporgenza del cornicione e due bidoni della spazzatura accanto agli idranti antincendio.

 

Lungo il Tamigi le quattro iconiche ciminiere della copertina di “Animals” dei Pink Floyd valgono da sole il viaggio. È la vecchia centrale elettrica di Battersea e vorrei davvero scendere, sedermi lungo la riva del fiume ed ascoltare il primo "belato" di “Sheep”.


Battersea

In pullman il gruppo di "studiosi" inizia a rompere il ghiaccio ed a socializzare. C'è chi stempera piccole incomprensioni, chi soffia sul fuoco e chi, come il sottoscritto, scatta foto a caso, brutte ed inutili, dai vetri sozzi del pullman.

L'albergo credo sia in periferia, ma potrebbe essere anche in centro, la città è talmente vasta che, per un campagnolo del Basso Piave, è complicato decifrare un'urbanistica talmente aliena. Comunque, il primo impatto, escludendo i miei occhi super sollecitati, è quasi extrasensoriale (vale a dire privo di rumori, voci e odori) ed è semplicemente straniante, inatteso, coinvolgente e quasi familiare. Sono, siamo attratti dall'avvicendarsi di architetture contrastanti. Casette in mattoni, decorosi dormitori postindustriali, dimore intonacate con stucchi, fregi e colonne bianche stile White House, piazze affollate e piazze semideserte, grandi palazzi con centinaia di comignoli come flauti tra i tetti, grattacieli di vetro in lontananza, giardini minuscoli e parchi maestosi e da tutte le seduzioni da cartolina: London Eye, Tower Bridge, Big Ben, Westminster, The Shard e via dicendo.

 


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London Eye dal Tamigi

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Skyline
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Covent Garden
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Covent Garden

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Taxi a Covent Garden

Usciamo per la cena e affrontiamo spavaldi la metropolitana. Provo a fare un sintetico e parziale elenco delle “misunderstanding” (incomprensioni) incontrate, all'ingresso, all'interno e all'uscita dell'immensa, famelica e assordante "Tube" di Londra: dove andiamo e come si pronuncia dove andiamo (inteso come luogo di fermata)? Linea rossa verde blu amaranto carminio senape terra bruciata di Siena? Verso Sud verso Nord verso dove? ma soprattutto in quale direzione va il treno? Pagamento in contanti (sterline), carta di credito o salto del cancello? Quanto si paga? Dieci sterline, due sterline o free? Andata e ritorno o permanenza a vita? Il vigilante pakistano qui a Londra parlerà inglese o italiano? I bagni a che livello sono? Al primo al secondo al terzo o al pub in strada?

Fortunatamente abbiamo una accompagnatrice, la nostra professoressa gentile e preparata, un accompagnatore, una guida (quasi locale) e un certo numero di "sapienti" che sono in grado di risolvere questi problemi. Per stasera! Ma anticipo subito che i medesimi quesiti si ripresenteranno uguali, anzi più numerosi ed articolati, anche nei prossimi giorni. Fino all'ultimo viaggio, fino all'ultimo gate.

Suggerimento a me stesso e a chiunque voglia visitare Londra: prima di entrare nel sottosuolo studiare tutto lo scibile, scritto e orale, sulla London Tube!

 

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The Tube

Giorno numero due. Scopriamo la City, ma anche le Bond's Girls e le Selfie Girls. Vorrei iniziare dalla City sebbene le altre due attrattive siano altrettanto interessanti. In disordine cronologico cito i luoghi che abbiamo visitato, ma non azzardo alcun commento estetico o storico... in internet si può trovare di tutto, testi e foto eccellenti, mentre per gli aspetti secondari e trascurabili posso fare io.


Con il nostro pullman arriviamo nei pressi di Buckingham Palace; davanti agli imponenti cancelli dorati, mentre nuvole indaco e malva corrono veloci verso Est minacciando pioggia primaverile, centinaia di persone aspettano il cambio della guardia. Noi abbiamo una guida super e ci spostiamo, percorrendo il grande viale The Mall, fino al luogo (una elegante caserma che sembra un castello fatto di Lego) da dove il drappello di guardie si muoverà verso il Palazzo. Perfetto. Facciamo foto in assoluta libertà nonostante gli spintoni dei poliziotti a cavallo.


Attraversiamo il viale mentre il drappello si allontana verso Buckingham Palace accompagnato dal suono della banda. Accanto alla grande strada alberata il giardino e il lago di St James's Park hanno, a mio parere, una prospettiva trasognante e molto articolata e un angolo scenico e una varietà cromatica insuperabili. L'improvvisa pioggerellina non guasta affatto la passeggiata fino allo spiazzo o campo d’armi di Horse Guards Parade e subito dopo fino a Downing Street. Tra di noi ci sono fotografe eccellenti alle prese con scoiattoli, anatre, pellicani, siepi, recinzioni, fontanelle, avvertimenti in inglese e cestini per rifiuti.


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Buckingham Palace

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Buckingham Palace

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The Mall

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Banda in The Mall

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St James's Park

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St James's Park

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Horse Guards Parade

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Uscita di St James's Park

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Horse Guards Parade

Verso Westminster Abbey scopriamo le nostre due Selfie Girls nel loro massimo splendore con autoritratti audaci al limite del rischioso, nel traffico, tra i rabbini in corteo, dentro le cabine telefoniche, accanto a pubblicità fashion (che non so bene cosa vuol dire), tanto sciantose che per poco non mi accorgo del Big Ben incombente.

 

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Big Ben and Westminster Abbey
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Westminster Abbey

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Westminster Abbey Henry VII Chapel

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Big Ben e torri di Westminster Abbey

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Churchill and The Westminster Abbey

L'Abbazia, dove si sono celebrate le cerimonie nuziali dei Windsor, in particolare la Cappella di Enrico VII non ha eguali e sono estasiato e piuttosto rintronato da tanta opulenza e British Stile, con bandiere, stendardi, scudi cavallereschi, targhe commemorative e placche nobiliari. Incredibile poi, subito dopo la visita della cattedrale, lo stacco repentino tra la frenesia ed i rumori della città e la pace e l'atmosfera, anche questa molto British, della corte interna in The College Garden.

Verso Trafalgar Square è il momento delle nostre due Bond's Girls che, impazienti di vedere e di vedere di più, si concentrano in una misteriosa mappa stradale e abbandonano la comitiva per affrontare, indomite e coraggiose, a bordo di nere Levc TX (taxi), altre spettacolari ed intrepide avventure.

 

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The College Garden

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Trafalgar Square and The National Gallery

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Trafalgar Square

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Trafalgar Square

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Swiss Glockenspiel
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Big Ben, Westminster Palace, Westminster Abbey

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Westminster Palace dal Tamagi

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Westminster Palace from Westminster Bridge

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Skyline from Westminster Bridge

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London Eye
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The Thames

In un turbinio di nomi, luoghi e immagini di una Londra da copertina attraversiamo, come voraci predatori, posti iconici che meriterebbero molta più attenzione, sebbene sia palese che non basterebbe una vita per capire e conoscere questa città, tutto ciò che essa contiene e conserva con grande cura considerandosi, giustamente, dimora privilegiata della storia occidentale e non solo.

Passiamo quindi come onde leggere di risacca tra atolli di bellezza che mai avrei immaginato scorgere tra le famigerate (oggi assenti) nebbie di Londra. Rasentiamo imponenti palazzi ed altrettanto possenti caseggiati in stile post-industriale in rossi mattoni convertiti in lussuosi appartamenti fino ad arrivare a Piccadilly Circus, con le sue luci ed energia allo stato puro, a Marble Arch bianco in marmo di Carrara nei pressi di Hyde Park e, con le prime venature rossastre del tramonto, Carnaby Street nel ricordo di Mary Quant e della sua minigonna.

 

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Piccadilly Circus

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Carnaby Styreet - Soho

Il mattino seguente, inondati dalla luce di un sole "tipicamente londinese" (!?) siamo a Windsor, nella campagna inglese timidamente primaverile, a poche decine di miglia dalla capitale. Il mondo conosce tutto di Windsor e anche il nostro gruppo sembra molto preparato in materia, tutti, tranne il sottoscritto che, per una sorta di snobismo al contrario, non si è mai interessato della Casa Regnante, delle sue dimore e dei suoi dimoranti. Mi ricordo solo di aver visto Windsor Castle in TV, nel 1992, in occasione di un pauroso incendio che drammaticamente avvolgeva un edificio di pietra nella notte, con fiamme altissime; un incendio che ho rivisto quasi identico sbriciolare la “pietra” di Notre Dame a Parigi alcuni anni fa.

Windsor è perfetta, non c'è nulla fuori posto, nemmeno le Selfie, men che meno le Bond's. I prati ovviamente, all'inglese, pettinati e lisci come un tappeto di seta; il castello con le fughe in calce tra i mattoni tracciate con il righello; i saloni le stanze gli alloggi le camere e le cucine e ogni altro ambiente soffice, ovattato, tenue e in perenne penombra, isolato quasi, come si conviene ad una isola ed ai suoi Regnanti. Le guardie, come statuine che si muovono all'improvviso, bruscamente e senza una ragione apparente, con rumore sordo di passi inquieti e voce stentorea, per poi ritornare alla postura iniziale di statua silente. Infine, su tutto questo, il cielo azzurro di una errante isola mediterranea fuori rotta.

 

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Windsor Castle

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Windsor Castle Quadrangle

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Windsor Castle Quadrangle

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Windsor Castle

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Windsor St George's Chapel

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Windsor St George's Chapel

Al di fuori del castello, dove la campagna inglese sembra non avere orizzonte e le basse colline sono come piccole onde di una mulattiera di mare (cit F. De Andrè) l'antica strada di accesso è un taglio di spada che spezza in due il paesaggio. Un nastro grigio in mezzo al verde smeraldo dei prati.


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Windsor Castle main Street
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Windsor The long walk

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Windsor Castle viale entrata visitatori

Nel borgo, lungo una strada sulla collina accanto ad una vecchia stazione ferroviaria di legno verniciato di bianco, l'incanto della campagna svanisce nei fumi di barbecue e odori di cipolla, carni alla brace e salsicciotti arancione. È tempo di tornare a London City.


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Windsor pub

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Windsor Road

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Windsor Royal Shopp

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Windsor Railway Station

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Windsor near the Railway Station

Le nostre Bond's Girls hanno in testa Notting hill. Volgiamo la prua verso quel celebre quartiere e verso Portobello Road dove oggi (sabato) è in scena l'altrettanto notorio mercatino del vintage con souvenir e altre amenità.

Il quartiere è piuttosto elegante, le casette sono linde, intonacate in colori pastello ed in stile post Vittoriano, ma la folla è insuperabile come in una qualsiasi sagra paesana. Ci fermiamo in un pub coloratissimo, giallo ed impenetrabile come la folla antistante, dove ordiniamo un caffè che non arriva mai e una birra che, appoggiata sul davanzale di una finestra, diventa benevola offerta alla sete di uno sconosciuto.

Aleggia, all’ora del tè, nella romantica atmosfera di Notting hill un particolare afflato per me difficile da comprendere e tanto meno da condividere. Le Bond's Girls, ma anche Marzia (mia moglie), sono eccitate ed alla ricerca del fascinoso Hugh Grant davanti alla porta blu con l’insegna The Notting Hill Bookshop. L’attore non si vede, ma la porta e la libreria sono lì, davanti a noi per essere fotografate. Lo faccio anch'io, a mia insaputa, senza capirne il motivo e senza rendermene conto. Ma Marzia è incomprensibilmente contenta!


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Portobello Road

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Le Bond's e le Selfie colpiscono ancora e il gruppo si sposta da Harrods, la Rinascente di Londra. Con questo accostamento so di essere irrispettoso, ma sono, nello stesso tempo anche incuriosito, quindi entro, osservo, controllo i prezzi del reparto alimentare (mele verdi a 16 sterline al chilo, gorgonzola a 65 sterline) utilizzo i bellissimi bagni ed esco. Nonostante la mia personale avversione per questo tipo di "bottegucce" noto, con perverso piacere, che molte persone del gruppo hanno tra le mani la borsetta con la scritta Harrods.

La giornata termina in metropolitana con tutti gli inconvenienti di cui ho già ampiamente scritto in precedenza ai quali si aggiunge, da parte di un viaggiatore piuttosto sbadato, anche la perdita del biglietto e le conseguenti vicissitudini paragonabili alle imprese di Indiana Jones.


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Harrods

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Pub a Convent Garden

"Finalmente" il mattino seguente ci svegliamo a Londra. Quella grigia dei brevi filmati di cronaca giornalistica. Piove! piove copiosamente e lungo la strada che porta all'ingresso della metro "finalmente" utilizzo il mio ombrellino nella versione semi corto, e “finalmente” le mie scarpe da Lagunare iniziano ad avere un senso.

Destinazione Trafalgar Square e National Gallery. Credo di essere uno dei pochi in grado di sbarazzarsi della National Gallery in due righe. Dovrei dire che è un luogo stupendo, magnificente, sublime e continuare con una serie di aggettivi superlativi. Lo è!

Questa incredibile pinacoteca, dove l'entrata è gratuita e dove sarebbe necessario stazionare almeno per un paio di mesi, è "banalmente" un luogo inaudito e, devo ammetterlo, molto italiano.


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The National Gallery

È tempo di ritornare in aeroporto, fuori dalla pinacoteca, in Trafalgar Square la gente è oltremodo euforica, si sprecano fazzoletti e capellini verdi, bandiere tricolori e pinte di birra mentre la musica celtica accompagna frenetiche danzatrici piroettanti. Con grande dispiacere siamo costretti ad ignorare la Festa di San Patrizio (St. Patrick’s Day) la festa più importante dell’anno per il popolo irlandese. Ci rifaremo… magari con una boccale di birra alla salute!

 

Due parole sul cibo. Non potrei farne a meno sulla scorta della pessima nomea del “food” anglosassone.

Abbiamo iniziato con uno spuntino di metà giornata a Convent Garden, a mio parere buono e soprattutto ben organizzato nella distribuzione ai clienti (non so cosa ho scritto, ma era così). Una prima cena in un pub periferico dove l'attrazione principale erano due giocatori di freccette con una serie di pinte allineate sul bancone. Una seconda cena epocale in una location epocale e con una vista epocale. Semplifico: una cena e un luogo memorabili. Riporto, eccezionalmente, anche il nome del ristorante: Il Tavolino. Vista Tamigi, vista London Bridge, vista Tower of London, vista Skyline con luci riflessi e atmosfere alla James Bond.

Ultima cena in un vivace e tipico pub, sempre in prossimità di Covent Garden, birra e "fish and chips" di ottima qualità, invitanti e conformi al nostro immaginario. Croccanti fuori soffici dentro come in una pubblicità di cui non ricordo il nome.

Per farla breve, nella London multietnica, per quanto mi riguarda, ho mangiato discretamente e potrei benissimo sostenere questa dieta per altri quattro giorni! … ma non di più! Inutile essere pervicacemente autolesionisti.

 

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Tower Bridge

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The Shard

Ah! Dimenticavo: la cosa brutta che ho detto a mia figlia. Lo scopino!

Allerto i lettori più sensibili a non continuare a leggere ciò che sto per scrivere, quanto segue potrebbe danneggiare il loro equilibrio mentale, minare la loro coscienza e il loro senso morale.

Attenzione dunque... allo scopino. Portatelo da casa o acquistatelo da Harrods. In albergo oltre al bidet, ma non è una notizia, mancava anche questo misterioso oggetto!

 

Durante il breve percorso verso Heathrow ripasso mentalmente la mia esperienza in questa città. Sono piuttosto confuso. Devo rivedere le mie personali ed inutili classifiche di “bellezza” e di attrattività metropolitana. Ho sempre privilegiato Parigi senza essere mai stato a Londra. Ora devo ritornare a Parigi per ricomprendere Londra. Un gioco perverso ma stimolante.

 

È chiaro che questa città è un punto nevralgico per tutti gli accadimenti contemporanei, come lo è stata nel passato e lo sarà nei giorni a venire. Per me, per noi è solo un lieve battito d'ali con l'intermittenza del cuore e, per quanto mi riguarda, la curiosità di un esploratore. Abbiamo trovato tutto. Tutto ciò che a Londra deve esserci, tutti gli stereotipi confermati: il taxi nero, l’autobus rosso a due piani, la cabina telefonica, anch’essa rossa, la multietnicità, la tradizione e l’innovazione. E un idioma strano che assomiglia all’inglese.


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3 Comments


Guest
Apr 04, 2024

Addirittura i Pink Floyd! Grande Gigi! Con lo scopino ho riso molto! 😂

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Fabio Bozzao
Fabio Bozzao
Apr 03, 2024

LONDRA

Bel resoconto...e questa volta corredato da un bellissimo servizio fotografico.

Asciutto e scorrevole il testo forse hai percepito il mood della capitale mondiale dei documentari ( BBC docet).

Sarò ripetitivo ma per me il tuo lavoro dovrebbe essere scrittore di guide turistiche!

Alla prossima

Ciaoooo

Fabio Bozzy Bozzao 👋

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Guest
Apr 03, 2024
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Vai Fabio! Ti assumo (compenso Pan e sopressa) mio manager ad interim e permanentementem Grazie

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