top of page

NEW MEXICO E ALTRE PERSONE

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jun 9, 2023
  • 5 min read
10 Giugno 2023

Appena fuori da Window Rock, dove abbiamo passato la notte, prendiamo la s.r. 40 per Gallup, il primo centro abitato del New Mexico a circa 30 miglia di distanza. Sono curioso di vedere questo nuovo Stato dal nome quasi identico a quello della nostra meta finale. Per due motivi: il primo per il fatto che si tratta di uno stato americano poco menzionato in Italia, il secondo perché, nel mio immaginario, lo associo, con sicura ignoranza storica, alle scorribande dei pistoleros, ma anche al generale Emiliano Zapata guerrigliero della rivoluzione contro la dominazione francese e uomo del mitico Pancho Villa.


Ovviamente non è proprio così, sebbene i nomi dei paesi siano chiaramente spagnoleggianti, le abitazioni inizino ad essere in mattoni intonacati di bianco e il food (cibo) un miscuglio di tacos e hamburger, è Stati Uniti in tutto e per tutto. Ad iniziare dalle strade, dalle ferrovie e dagli orizzonti. Devo essere sincero, oggi abbiamo percorso circa 680 chilometri, ma non ho trovato elementi paesaggistici di grande interesse. Tranne alcune notevoli attrazioni.


Come al solito le strade, identificate da numeri e tipologia. Oggi ad esempio la s.r. 40 e la Interstate 25 South. La prima da Gallup a Albuquerque e la seconda da Albuquerque a Las Cruces dove ci siamo accampati. Entrambi sono un rettifilo allucinante e la numero 25, giusto per non farci mancare nulla, un dardo d'asfalto nel deserto di Sonora. Per ingannare il tempo ho iniziato a tener conto della lunghezza di un tratto di questa importante arteria, un saliscendi tra le basse e spoglie colline, di cui non vedevo il termine. Dopo 48 chilometri una curva molto ampia, quasi impercettibile, segnava la fine di questo inusitato rettilineo!


Poi i treni. Già ne ho parlato in una precedente occasione. Oggi ho dovuto riconsiderare quanto già mi sembrava esagerato e singolare. La linea ferroviaria che parte da Albuquerque e arriva non so dove è composta da quattro e forse più binari esclusivamente per convogli merci. Ne ho visti alcuni molto lunghi, incredibilmente lunghi, ma ad un certo punto uno di questi è rimasto a fianco di noi per un quarto d'ora. Ho contato, con una certa difficoltà la composizione di questo convoglio: oltre 350 vagoni trainati da quattro motrici!


Poi il territorio e la densità abitativa. Per 200 miglia nessuna costruzione, di nessun tipo nemmeno baracche o caravan, solo vento caldo e deserto e un orizzonte che, dall'alto di un dosso, sembrava avere la curvatura terrestre. Poi un fiume. Dopo Albuquerque spunta, in mezzo al deserto, un fiume: il Rio Grande. Come il Nilo, lungo le sue sponde la vegetazione per un centinaio di metri è lussureggiante, quindi riprende con una taglio netto l'implacabile deserto. Infine le persone che ho incontrato. Considerato che il panorama non mi dava grande soddisfazione mi sono dedicato alle persone.


Ad una "rest area" (area di sosta) mi viene incontro Kate. Non molto vestita per la verità, ma faceva caldo e l'ho capita. Sorridente inizia a parlarmi e come al solito devo spiegare chi sono e tutte le mie difficoltà con l'inglese. Ricardo stranamente non si avvicina e sornione mi lascia fare. Kate continua a parlare, a sorridere e ad atteggiarsi tanto da mettermi quasi in imbarazzo. Per non fare la figura del solito italiano cascamorto, mi metto a fotografare un po' a caso: un palo segnaletico (serpenti a sonagli) la bandiera del New Mexico e altre amenità, ma Kate si mette in posa e mi chiede di farle una foto. Perplesso fotografo la ragazza e finalmente Ricardo mi spiega che Kate è felice e grata nei miei confronti perché io le ho detto di sì! Mi ricordo di aver detto "yes" un paio di volte, ma non so a che proposito. Mi sembrava educato dire "yes" quando lei mi parlava. In pratica le avevo semplicemente detto di si per aiutarla a scaricare una tanica di benzina dal solito pickup. Magari migliorare un po' il mio inglese non sarebbe male.


Prima di Albuquerque, alla interconnessione con la Route 66, cerchiamo un caffè e troviamo un casinò. Entriamo e Ricardo gioca un dollaro alle slot. Io ovviamente faccio una foto e vengo "arrestato". Il solito omone vestito come nel film "Scuola di Polizia" mi rimprovera in lingua locale a me sconosciuta, ma mi sembra abbastanza incavolato. Temo ancora una volta per la mia vita. Interviene in mio soccorso Ricardo. Dopo un paio di secondi i due mi lasciano come un cretino in mezzo a quelle macchinette piene di luci e simboli "runici" per tornare dieci minuti dopo belli allegri e pimpanti. Lo sceriffone che mi voleva arrestare è di origini italiane si chiama Vittorio e di cognome Budel. Probabilmente veneto o friulano.


Usciamo dalla Interstate quando vediamo un gruppo di sparute casette. Cerchiamo un posto per mangiare e troviamo un locale unico nel suo attraente anacronismo. È gestito da tre ragazze etnia Chaco, identiche e scorbutiche, un arredamento anni sessanta con poltroncine in pelle colorata a strisce celeste e marrone, seggiolini girevoli ancorati al bancone e al bancone un veterano, con in testa un cappello di pelle di serpente e piuma di gallo abbinata, che mangia spaghetti con polpette. Tutto l'insieme è orrendamente magnifico! Lasciamo perdere il menù proposto e, di conseguenza, il nostro cibo.


In campeggio a Las Cruces, come sempre, siamo i vicini di casa poveri. Ci sono caravan grandi come autotreni e autocaravan grandi come due autotreni che trainano fuoristrada grandi come mietitrebbie. Non mi sorprende, da quando sono arrivato oltreoceano ho visto più auto al traino che auto a "piede libero". Sempre con la scusa di una foto conosco due signori bianchi e un cane bianco proprietari di uno di questi ingombranti autoarticolati da vacanza. Allison e suo marito con la faccia da presbiteriano e con il nome uguale, ma simpatico. Vengono dal Nevada e stamattina sono stati alle White Sands, dove dobbiamo andare anche noi, e mi consigliano di andare "early in the morning" (presto al mattino). Lo ripetono, allarmati, due tre volte: presto al mattino, prima delle otto! Perché domani, come oggi, sono previsti 42 gradi! Sono preoccupato, le White Sands sono a oltre cento chilometri da qui e credo Ricardo preferirà la piscina. Non contenti i due gentili signori, per farmi capire l'attendibilità del consiglio, mi fanno vedere un sacco di foto del cane bianco sulla sabbia bianca e con la lingua fuori. A me il cane pare contento. Loro due non li vedo.


Mentre Ricardo prepara una succulenta spadellata di gamberoni con pomodorini paprika e lime io vado in aiuto di un ragazzo che sta montando una tenda. Tra poveri ci si aiuta. Si chiama Jeff è del Colorado e sta installando una tenda che pare un tendone da circo. Iniziano ad arrivare con sacchi e vettovaglie varie, uno due tre e non capisco più quanti altri marmocchi e fanciulli. Jeff si mette a ridere e mi dice che sono i suoi figli. Sette! Ma sono di più! Sette i suoi e sei dell'altra coppia, mi spiega con tranquillità. Jeff ha 34 anni e sua moglie Elen 33. Faccio il buffone e mi metto a girare intorno alla tribù gridando "bravo! bravi!" È una parola internazionale e sono tutti felici anche i più piccini. Non è finita. Elen mi dice che è di origine Italiana, non sa di dove e non sa da quante generazioni e il suo cognome è, alle mie orecchie, un suono indefinito. Me lo faccio scrivere. Cesarano. Lo pronuncio in italiano e lei e Jeff mi guardano sbalorditi. Lo devo ripetere, ma ancora non sono convinti. Jeff prende il cellulare e registra la mia voce e alla fine devo anche recitare: the correct italian pronunciation is Cesarano. Arriva anche Ricardo con la caffetteria da otto tazze che vale per due all'americana. Scopriamo che Jeff è un creatore di simulazioni satellitari per delle agenzie specializzate. Parliamo (anzi parlano) di meteoriti di rottami spaziali e di stelle.


Io e Ricardo andiamo a dormire e lasciamo la porta della tenda aperta e le stelle si vedono tutte.


ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree
Allison e il "presbiteriano"
ree
Kate e Ricardo
ree
Il Veterano mangiaspaghetti
ree
La banda di Jeff
ree
Esemplare da Casinò n° 1
ree
Esemplare da Casinò n° 2
ree
Esemplare da Casinò n° 3
ree
Emiliano Zapata

Comments


©2023 by Viaggi Senza Parole. Proudly created with Wix.com

bottom of page