PAUSA INTERA
- Luigi Perissinotto

- Jun 20, 2023
- 4 min read
21 Giugno 2023
Oggi ho fatto una cosa importante che da tempo non riuscivo a fare. Con la collaborazione di Ricardo e di Lola oggi non ho fatto niente! Ovvero qualcosa abbiamo fatto ma niente di eccezionale e quasi niente da raccontare. Sebbene un grande scrittore, che non cito, disse che c'è sempre qualcosa degna di essere raccontata. E aggiunse: dipende come. Quindi per non essere capzioso ciò che segue è solo una divagazione sulla consueta cronaca e di conseguenza la narrazione non può che iniziare dal tempo meteorologico.
Usciamo alle nove del mattino per portare Lola dal veterinario. San Miguel de Allende probabilmente ha conosciuto tempi migliori. Il panorama, dal terrazzo di casa, ancora una volta mi sorprende per un senso di benevola e lontana desolazione accentuato dalla mancanza del colore verde. La tonalità prevalente è giallastra tendente al grigio chiaro. I pochi alberi hanno le foglie color argento e quelli più lontani sembrano lame, altri sono solo piccoli grumi di paglietta di ferro (quella per le pentole) instabili sul terreno polveroso. Le uniche macchie di colore sono i fiori carminio e fucsia delle bounganville. Le case senza tetti spioventi sono in maggioranza intonacate di giallo o non intonacate e degradano sui fianchi delle aspre colline come gradini di un tempio azteco in rovina. E il sole. Un grande sole come quello nei quaderni dei bimbi. Giallo e saettante. Sono convinto che le condizioni climatiche di San Miguel non dipendono dagli eventi atmosferici ma dalle esigenze estetiche per il mantenimento della bellezza primitiva di queste terre.
Comunque, alle nove del mattino il caldo è già opprimente. Le strade interne della cittadina sono tremende. Le tradizioni, e adesso anche le prescrizioni dell'Unesco, richiedono di rispettare le antiche usanze. Quindi il manto delle strade è un irregolare e gibboso pavimento di grossi ciottoli che trasferisce, sia in auto sia camminando, un fastidioso senso di traballante instabilità. E usura degli ammortizzatori.
Lasciamo Lola dal veterinario dove resterà in osservazione fino alle sei del pomeriggio. Abbiamo il tempo per fare un bagno alle acque termali. Non lontano da San Miguel vi sono parecchie fonti di acqua calda proveniente dal sottosuolo di origine vulcanica. In questo momento e in questo luogo l'idea di immergermi nell'acqua calda non mi attrae particolarmente, ma Ricardo non mi concede alternative.
Le strade esterne alla cittadina sono terribili. Ai ciottoli si alternano buchi come voragini dove l'auto entra completamente con le quatto ruote e la risalita è da mondiale di rally. Poi ci sono i dossi di rallentamento di cui non si capisce l'utilità in mezzo ad un percorso già rallentato quasi impraticabile. Forse sono stati messi per creare una vera pista da rally. Ovviamente ci sono anche lunghi tratti di strada bianca ed altri interamente sabbiosi. A completare il fuori pista un polverone da cantiere stradale durante una bufera di vento.
Arriviamo all'oasi in mezzo al deserto dove dovrebbero esserci le terme. Sono scettico. Vedo solo la solita arida steppa messicana e alcune lontane e seminascoste costruzioni. Sono quelle della "balneara" (stabilimento termale) che si chiama appunto "Escondido". L'oasi è un incanto. Improvvisamente, oltrepassata la curvatura di una collina, si apre una vista celestiale di un Eden finalmente verdeggiante. La ricchezza di alberi e palmeti e canneti e pozze d'acqua e rivoli e cascatelle mi lascia come inebetito. E lo sono effettivamente, ma per il grande caldo e per l'aspettativa dell'acqua calda che ancora mi sconvolge. In questo momento ho solo un desiderio, quasi un miraggio, semplice e bambinesco, di una grossa fetta di rossa e fresca anguria. Con questa speranza mi faccio coraggio. L'anguria non c'è, ma la frescura degli alberi mi conforta e mi confortano le sdraio i gazebo, una piscina che mi sembra normale (di acqua fresca) e le bibite ghiacciate. Il posto è molto bello e non sembra di essere in mezzo ad un quasi-deserto.
Ricardo mi informa che l'acqua arriva dal sottosuolo alla temperatura di 40 gradi. Non so se sono molti o eccessivi o addirittura letali, ma inizio ugualmente con circospezione ad avvicinarmi alle vasche. Vasche di tutti i tipi. Aperte alla luce del sole, in grotte ed in sotterranei cupi ed angusti. Altre come in un labirinto o in un gioco di passaggi e occulte aperture, con fontane e piccoli ruscelletti. Le provo tutte e tutte con immenso piacere. Ho dimenticato l'anguria e quasi quasi, in un angolo appartato di una vasca poco frequentata, in un momento di relax totale i miei occhi si chiudono. Anche il pranzo sotto una specie di capanna equatoriale di bambù e foglie di banano è estremamente gradevole. Cerveza Corona Modelo Nigra e due empanadas con carne e piselli.
Con la pancia piena sembra finita, ma con Ricardo e l'acqua calda le regole di Jesolo (non fare il bagno dopo aver mangiato) non valgono e siamo nuovamente in piscina. Prima di passare dal veterinario Ricardo, che ha imparato a conoscermi, mi propone la vista di un Rancho (piccolo Paese) segnalato tra i luoghi magici del Mexico. Il nome di questo paese è Atotonilco e già questo mi piace. E il paesello, tre case e tre chiese, è meraviglioso e molto Mexican dream.
L'oratorio di una di queste chiese è considerato la Cappella Sistina del Mexico. La suora mi chiede una piccola offerta per entrare e ci resta male quando le faccio capire di non avere pesos. Mi sento un miserabile e ritorno poco dopo con i pesos, ma la suora si rattrista per la seconda volta! Riesco a capire che l'orario di apertura è terminato e stavolta sono io a restarci male. La suora, che mi vede rabbuiato, ci resta male per la terza volta. Insomma siamo quasi imbarazzati con questa serie di malintesi e contrarietà.
La suora, un armadio di donna palesemente di origini indios, rubiconda e moderatamente seriosa, trova la soluzione a questa impasse e mi offre due ghiaccioli fatti da lei con succo e pezzi di ananas. Super buoni e super naturali. Le faccio un'offerta. Vedo che i ghiaccioli costano 29 pesos l'uno (poco più di 1,5 euro) e l'entrata alla cappella 60 pesos. Le lascio 300 pesos. "Mucho gracias senor Dios es con tigo" le sue parole per ringraziarmi. Mi ricorderò di lei.

























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