SAN FRANCISCO
- Luigi Perissinotto

- Jun 3, 2023
- 2 min read
03 Giugno 2023
Il paesaggio cambia man mano che scendiamo verso sud.
Le querce prendono il posto delle sequoie, i prati lasciano spazio ad una tavolozza di colori che passa dal verde intenso, all'ocra ed al giallo. In un tratto, all'inizio della Napa Valley, vigneti estesissimi fanno la loro comparsa. Anche la strada cambia, il manto stradale in molti tratti è in cemento perché l'asfalto, nei versanti più assolati, in estate tende a liquefarsi. I nomi delle località hanno una inflessione spagnola: Santa Rosa, Petaluma, San José, fino alla stessa San Francisco. E San Francisco in mezzo alla foschia, in lontananza, lascia intravedere il suo Skyline. Pazzesco! È il solo aggettivo che mi passa per il cervello quando scorgo il primo ponte che attraversa la baia. Il Bay Bridge appunto. Lo percorriamo due volte per poterlo fotografare. Ovviamente non ci si può fermare e la prima serie di foto era tremenda. La seconda pure!
Le indicazioni ci aiutano ad arrivare al Golden Gate che, da angolazioni diverse, già da lontano svettava tra le nebbie della baia. Non è come mi immaginavo. È di più! In tutto. In grandezza in altezza in lunghezza in effetto scenico e cromatico, in traffico automobilistico, ciclistico e pedonale. È anche molto bello, non posso negarlo, ed è esagerato. Come tutto in questa stupefacente metropoli. Siamo viaggiatori veloci. Le nostre priorità sono i parchi nazionali.
San Francisco si fa visitare abbastanza facilmente. Il traffico è scorrevole e riusciamo a fermarci di fronte all'isola di Alcatraz per un paio di foto. Riusciamo anche a percorrere Lombard Street, la strada più tortuosa d'America sul colle di Russian Hill. Praticamente una stretta serpentina tra graziose casette e graziosi giardinetti. Io sono maggiormente attratto dalle famose, ripide e scenografiche "Street" della città e dal precipizio di grattacieli che osservo da bordo auto. Sono costretto a ripetere, ancora una volta, il termine pazzesco. Pazzesco: dalle alte e secolari sequoie alle recenti torri di vetro e cemento. Io ho le mie ancestrali, bucoliche preferenze. Lasciamo San Francisco e procediamo velocemente verso Modesto e Merced e oltre, domani altre Sequoie, domani altre montagne, altre emozioni.


























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