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SAN MIGUEL DE ALLENDE

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jun 14, 2023
  • 4 min read
15 Giugno 2023

Arrivati! Non è stato difficile. Avevamo tutte le comodità: auto, tenda, motel, caffè, peanuts e altro ancora. Ed eravamo in discesa. In ogni caso San Miguel de Allende non l'ho mai sentita lontana. Sono parecchi anni che Ricardo la evoca, con foto e racconti. Adesso la vedo.


San Miguel de Allende geograficamente e storicamente è il cuore del Mexico ed è considerata Monumento Nazionale, dal 2008 è patrimonio dell'umanità. Siamo a circa 2000 metri di altitudine, in un territorio semiarido e ancora devo rendermi conto cosa effettivamente troverò nei dintorni. Per il momento ho visto solo grandi estensioni naturali di yucca e alcuni campi coltivati di agave. Ricardo è convinto di poter fare un orto con zucchine, pomodori e altre verdure, io sono scettico perché il sole, almeno in questa stagione, non da tregua. E non ho visto fiumi o laghi.


La casa (e la casita) di Ricardo è molto bella. Gialla, a più livelli e con una vista spettacolare sulla città. Siamo nel Centro Storico e molte sono le case ristrutturate anche grazie ai fondi internazionali ed i colori, secondo me, assieme alla luce accecante di questo sole d'alta quota, sono il marchio distintivo della cittadina. Le mura esterne delle abitazioni, dei palazzi e financo delle chiese sono caldi e dorati e vanno dal marrone al giallo passando per il rosso e il senape. I giardini interni, o per lo meno le piante e i fiori, sono obbligatori per creare un senso di frescura e un po' di ombreggiamento. Ricardo ha sviluppato la sua casa in quattro piani sfalsati ognuno con vari terrazzi con piante in vaso e rampicanti di bounganville. Il punto apicale è un belvedere raggiungibile con una scala a chiocciola il cui pavimento è stato dipinto da Ricardo con motivi etnici molto vividi in modo da poter essere visibile anche dal frequente passaggio di mongolfiere. La casita chiamata "Las Palomas" (le colombe) è inoltre composta da quattro appartamenti perfettamente arredati e dipinti, ovviamente da Ricardo, con colori sgargianti, tipici messicani, ed ogni camera da letto con dei motivi floreali della tradizione di quest'area del Messico centrale.


Il mio primo passaggio, a piedi e da solo, per il centro di San Miguel non poteva essere più coinvolgente. La gente è molto accogliente e propensa al dialogo. Anche i molti residenti non autoctoni ed in particolare provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada che hanno scelto questa località, oltre che per le attrattive storiche artistiche e paesaggistiche, per il clima. Non appena messo piede in zona pedonale vengo "bloccato" da una anziana signora canadese che a tutti i costi vuole sapere che tipo di foto sto facendo. Non riesco a farmi capire, ma lei assolutamente mi deve portare da una sua amica fotografa di nome Divine (molto famosa dice lei) che ha un atelier, mostra e non so che altro, in centro.


Le due comari, una più americana dell'altra, vestite da bambine con tulle dal rosa al celestino e una ciocca a pois bianchi e rossi grande come un aquilone tra i capelli, anch'essi rosa, mi spiegano un sacco di belle cose e mi fanno vedere un sacco di belle (per davvero) foto e mi fanno un sacco di bei sorrisi pieni di denti bianchi, forse finti. Sono frastornato e vorrei fuggire. Forse mi vogliono adottare. Il panico mi assale quando la "Diva" vuole vedere le mie foto. Le ultime che ho fatto erano in casa di Ricardo e l'ultimissima di Ricordo che faceva il bagno a Lola, la sua cagnetta. Sono un genio: faccio cadere il coperchio dell'obbiettivo e non lo trovo più! Ora l'interesse delle due si è spostato su questa "tragedia". Io trovo il coperchietto lancio baci a vanvera e me ne vado.


Con i locali è tutto più divertente e rilassato. Innanzitutto perché non ci capiamo per niente. Io in spagnolo ho imparato dieci parole, dieci. La più importante "tarjeta" (carta di credito). Il resto tra dialetto, inglese, finto spagnolo e gesticolamento incrociato è come essere un poliglotta. In questo modo ho conosciuti due fenomeni.


In piazza della Cattedrale sto cercando un po' di ombra e mi siedo in una delle tante panchine sotto i meravigliosi e verdissimi ficus. All'angolo opposto un uomo è seduto in una specie di trono e un altro uomo è prostrato dinanzi a lui. Un lustrascarpe! Mi avvicino per chiedere se posso fare una foto. "Seguro!" mi risponde, ma in cambio di una Coca. Perfetto due Coche e mi siedo vicino a lui. Si chiama Chaco ed è un genio e un furfantello.


Ci capiamo parlando un misto di spagnolo e italiano. Lavora nel settore da quando era un nino (bambino), ma adesso c'è poco lavoro. Fortunatamente ci sono i gringos (americani). L'impresa di Cacho funziona così: pulitura e lucidatura completa ad un messicano 30 pesos (1,60 euro); pulitura ad un gringo 60 pesos più lucidatura 20 pesos più supplementi. In pratica non cambia nulla, ma "l'esplosione" tariffaria completa per l'americano è: pulitura con spazzola 60, lucidatura con sputo 20, con straccetto 30, con straccetto sporco di olio 40, con doppio passaggio di straccetto 50, con strofinatura leggera con pezza di lana 50, con strofinatura energica 60, e altri optional ancora. Se non ho capito male il gringo arriva a pagare anche 200 pesos (circa 10 euro) per avere un servizio uguale a quello del messicano.


Passa un altro bel soggetto. Si chiama Chochito ed è compare di Cacho. Però è un semplice e al posto suo parla il lustrascarpe. Stessa domanda: posso farti una foto? Seguro! dice l'imprenditore, 20 pesos. Troppo bello Chochito, ci sto, e pago a Chochito 20 pesos. L'altro, sempre sorridente e un po' sornione, vuole mandare il "sempliciotto" a cambiare la banconota in due pezzi da dieci. Io mi oppongo ma Chochito mi fa capire che per lui va bene. Sembra tutto a posto, ma il compare "tonto" non esegue l'ordine e se ne va tranquillamente con i suoi 20 pesos. Chaco ride e mi dice: "es un bandolero que camina!" (è un furfante che cammina). Senti da che pulpito!


Alla sera, dopo una cena di tacos e due margaritas e un assaggio (una punta di spillo) di Habanero Chile picante (peperoncino) che mi ha fatto bere due litri di acqua sono nuovamente in piazza con Ricardo e Alicia (la signora factotum che lavora per Ricardo) e sulle solite panchine mi godo lo spettacolo di due gruppi di Mariachi. Bravissimi con tromba violino, un grande chitarrone e una piccola chitarrina, e un cantante baritono muy caliente. L'atmosfera, sembrerà strano, è tipicamente messicana. E me la godo alla grande!


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Las Palomas di Ricardo
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Lola
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San Miguel de Allende
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Los Mariachi
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Chaco
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Chochito

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