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SIESTA

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jun 16, 2023
  • 3 min read
17 Giugno 2023

Stamattina alle sei in punto è ora di fuochi d'artificio. Una prima serie di colpi per la durata di cinque minuti. Poi una replica, ogni quarto d'ora, fino alle sette e trenta. Buongiorno America.


È America anche questa! Molto sanguigna, molto latina, molto esuberante. In certi momenti mi pare di essere a Napoli. Anche questo è un paese con molte contraddizioni e non è facile, almeno per me, viverlo solo come turista. Anzi, è proprio quello che non voglio fare. Stamattina infatti ho fatto il casalingo. Ho aiutato Ricardo con la lavatrice, con la spesa e con la preparazione del pasto. Ricardo ha un po' dimenticato lo stile italiano, ma è un bravo cuoco, un "maitre" che non vuole consigli. Io oggi gliene avrei dati alcuni: intanto le quantità. Siamo in due e sembra debba dar da mangiare ad un reggimento. Quindi la composizione della ricetta: non esiste ricetta, ma solo l'ingrediente base attorno al quale creare un piatto commestibile. Oggi pollo. Un pollo intero a pezzi grossolani, basterebbe questo, ma in frigorifero ci sono anche delle salsicce tradizionali e due salsicce piccanti e di un colore strano, tipo wurstel. Ci vanno anche quelle. Passiamo alle verdure: patate, peperoni gialli, peperoni piccanti, pomodori a pezzi e salsa di pomodoro. Non contento trova della carne secca tipo cowboy (l'avevamo comprata durante il viaggio in Arizona) dentro anche questa assieme al famoso habanero picante. L'ho fermato quando si stava avvicinando all'avocado. Cottura lenta, perfetto.


Sono le tredici e su San Miguel cala il silenzio. Anche la musica proveniente dalla casita di fronte piano piano viene smorzata. Fuori la luce è accecante ed i colori di San Miguel diventano, ai miei occhi, lame di fuoco e fiamme scarlatte infernali. Sento fisicamente il calore del sole entrare dentro di me e la porta d'ingresso del piccolo giardino è l'unica mia salvezza contro l'incendio esterno, la mia barriera antifuoco.


Stamattina sono uscito per fare la spesa e ho visto molte persone al lavoro. Carpentieri sui tetti, manovali con pesanti sacchi sulle spalle e gente indaffarata in mille altre attività e tutti apparentemente a loro agio. Io semplicemente camminando ero madido di sudore e cercavo sollievo in ogni recesso con un minimo di ombreggiatura. San Miguel è sempre costantemente ventilata, ma in tarda mattinata il refolo si trasforma in una scudisciata arroventata, il mio unico desiderio è varcare la porta di casa e buttarmi sulla sdraio sotto i piccoli palmeti di Ricardo. Sono a casa.


Cottura lenta. Silenzio. Luce e ombra. Nemmeno le cicale.


Siesta. Ricardo è disteso nel suo letto. Il pollo è in cottura lenta. Io non faccio rumore. Siesta. Questa parola inizia ad avere un significato. Diventa qualcosa di concreto, corporeo e soprattutto normale. Qualcosa che si deve fare. Come mangiare o lavarsi i denti. Siesta. Ho appena scoperto il valore di questa parola e di questa usanza messicana che spesso usiamo come battuta sarcastica anche per bollare chi non ha molta voglia di lavorare. Non è così. La siesta è indispensabile essenziale necessaria. Io stesso oggi l'ho sperimentato: cottura lenta, riposo lento, risveglio lento. Siesta.


Cottura terminata. Sono le quattro del pomeriggio. Ora perfetta per il pranzo. Ricardo ha già messo in tavola il mono piatto dai colori e dai profumi invitanti. Mai mangiato un pollo così buono! Il tempo di scambiare due parole con il cuoco e mi avvio nuovamente verso il centro. Il venticello è finalmente piacevole, quasi rinfrescante. La gente continua a lavorare anche se oggi è sabato. Ritmi non indiavolati, ma tutti hanno qualcosa da fare e molto da dire e gesticolare. Sembra proprio la mia amata Napoli.


Trovo la mia panchina preferita i miei Mariachi preferiti e mi metto a scrivere questa storia. Nel frattempo ho scoperto il motivo di tanto fermento in città: domani ci sarà una festa grandiosa tra le più importanti della stagione, domani è "El dia de los locos". Non serve la traduzione. Domani mattina alle otto e trenta tutti i pazzi in piazza. Anch'io.


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Cottura lenta
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Cottura lenta
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La mia panchina
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Io e la mia panchina!
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Vita Lenta
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