top of page

TEXAS

  • Writer: Luigi Perissinotto
    Luigi Perissinotto
  • Jun 12, 2023
  • 5 min read
12 Giugno 2023

Ore 7:45 stiamo attraversando il confine tra New Mexico e Texas. Giornata stupenda e foto di un truck driver (camionista) e del suo truck monster. Ci scambiamo il saluto con il classico pugno contro pugno. El Paso (Il passaggio) è città di confine con il Messico e, per la prima volta, facciamo coda sulla Interstate 10 East. Sono le otto ed è ora di punta per chi va al lavoro, ma mi sorprende anche una leggera indisciplina tra gli automobilisti che in altri luoghi non ho visto e che mi ricorda un po' il nostro stile latino. Anche le auto della polizia, con un set di lampeggianti tipicamente yankee, sono più numerose del solito. Ricardo inizia a darmi le prime lezioni di spagnolo. Ormai l'inglese è mia seconda lingua madre e padre e non ha più segreti per me. Subito mi rimprovera perché continuo a pronunciare El Paso con una sola esse mentre bisogna pronunciare "El Passo" , ma il vero problema è il mio inesistente vocabolario di spagnolo.


Dopo El Paso ritroviamo l'immancabile deserto o quello che io chiamo deserto, ma potrebbe essere anche steppa tundra prateria, importante sia torrido. Questo dove siamo adesso lo è. Inoltre se teniamo conto che il Texas è lo stato più vasto degli Usa questo deserto mi perseguiterà per miglia e miglia.


La sosta caffè è la massima goduria per uno, come il sottoscritto, alla ricerca del colore locale. Il posto di chiama Desert Outpost (Sosta nel deserto) ed è un nome azzeccato. È poco più di una baracca, dal mio punto di vista, meravigliosamente texana, con gigantografia di John Wayne compresa, uno "store" con vendita di cose varie, dai biscotti all'acqua per il radiatore, con annesso "restaurant" senza aria condizionata, poltroncine sfondate con imbottitura strappata e insegne di marchi petroliferi ai muri.


Il menù del giorno prevede "menudo": trippa. È gestito da tre messicane che non vogliono essere fotografate e non capiscono il mio inglese. Ricardo mi dice che lo capiscono benissimo, ma non capiscono cosa ci faccia lì uno come me ed in particolare uno che sta chiedendo solo un caffè. Infatti, assieme al caffè, mi portano la cosa più semplice che hanno, un maple syrup pancake (pancake con sciroppo d'acero) fatto in casa che mi fa male solo a vederlo. Ricardo lo cosparge di sciroppo un paio di volte e lo finisce in un batter d'occhio. Prima di uscire entra un tizio in mimetica con cinturone e pistolone in bella vista, ordina una pepsi ghiacciata piscia con la porta aperta e se ne va. Perfetto! Mitico Texas: "The lone star state" inizia alla grande!


Paradossale: ad un posto di controllo, tipo frontiera, dopo circa 100 miglia in territorio texano veniamo fermati e ci chiedono se abbiamo frutta o verdura o altri vegetali con noi in quanto potenzialmente veicoli di parassiti, ma se abbiamo armi, droga , alcool sembra non sia un problema. Ci lasciano andare nonostante ci sia della pericolosissima uva nel nostro frigo portatile.


Lungo la Route 90 verso Marfa sosta per fotografare l'installazione artistica dedicata a Prada. Si tratta di un negozio Prada, con tanto di insegna vetrina e prodotti esposti, solitario in mezzo al deserto. Ovviamente senza porte e senza personale. Tutt'attorno bassa e grigia sterpaglia, qualche vacca al pascolo (eufemismo) in mezzo alla polvere come cani randagi e una recinzione con tanti lucchetti dell'amore come in un ponte Milvio distrutturato.


Iniziano i miraggi. Il cemento del manto stradale, immancabilmente rettilineo a perdita d'occhio, è un fiume ghiacciato e i monti all'orizzonte ogni tanto si alzano in volo. Vedo anche alcuni Road Runner (i beep beep di Willy il Coyote) tra le sterpaglie e concentrato sull'animale mi perdo James Dean, Elisabeth Taylor e Rock Hudson. Fortuna che Ricardo non dorme e si ferma a lato strada. È molto bella e scenografica la rappresentazione, su enormi pannelli di legno, dei tre attori sul set del "Gigante" e assolutamente evocativa la colonna musicale del film in sottofondo.


Ci fermiamo a Marfa per una bibita e scopriamo un paese di 500 abitanti, tenuto in modo più che decoroso, addirittura con una piazza e una chiesa sulla piazza, meta di artisti e di turisti attratti dal set dove è stato girato il film "Il gigante". Nella sala cinematografica del paese da 50 anni viene proiettato questo film, l'ultimo con James Dean, morto in un incedente subito dopo le riprese. Il caldo è opprimente come la strada e dopo poche miglia abbiamo bisogno di qualcosa di fresco. Mi ricordo dell'uva "contaminata" e prima di essere arrestato decido di mangiarla. Ricardo per fresco intende il solito caffè da mezzo litro. Con dei motociclisti scambio due parole, sempre le stesse, per vedere se mi capiscono, se io capisco loro ma principalmente per entrare un po' di più nella vita reale di questo grande Paese.


Funziona, e i ragazzi sono curiosi e vogliono sapere del mio viaggio. Uno di loro è stato in Italia e mi chiede se è vero che gli italiani odiano gli Americani. Mai sentita una cosa simile e quando Ricardo lo conferma il ragazzo ha già cambiato discorso. Adesso è lui che sembra odiare qualcuno e con la faccia schifata ci mette in guardia con i messicani. Per lui sono degli untori e bisogna stare attenti a non prendere qualcosa che non si può lavare! (intende malattie). Lasciamo perdere.


La s.r. 90 è una strada secondaria e spesso ad una sola carreggiata, ma è perfetta e scorrevole, peccato sia, come tante strade americane, lunga, diritta e in mezzo al nulla. Per non addormentarmi cambio gioco, non conto i vagoni (non c'è ferrovia) e conto le auto che incrociamo. Mi addormento. Non ci sono auto da contare e dopo 120 miglia credo di averne visto una decina.


Ricardo non vuole il cambio alla guida ma necessita un pit stop ogni tanto. Ne facciamo uno lungo la frontiera con il Messico e per fortuna non vediamo il muro di Trump (una bufala) ma parecchie pattuglie di Border Patrol. Alcuni veicoli sono su strade sterrate oltre il filo spinato e si alza una nuvola di polvere da oscurare il sole. Una seconda fermata quando attraversiamo il Pecos River. Fiume notevole tra due alte e scoscese pareti del canyon dallo stesso fiume scavato e assolutamente inatteso in quel contesto desertico.


Meta finale per passare la notte, dopo 700 chilometri, la cittadina di Del Rio. Temperatura esterna 40 gradi, umidità oltre ogni limite umano, uscire per cena un suicidio. L'aria condizionata in motel è un iceberg sparato sul mio corpo. Alla reception mi guardano come un matto quando chiedo una temperatura più alta. Impossibile. Fuori si fonde dentro si solidifica. Fortunatamente Marzia ha messo in valigia alcune felpe.


ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

CARRELLATA DI TARGHE AMERICANE:


6 Comments


Guest
Oct 28, 2023

Wow...

Sembra di essere li !

Bozzy

Like
Luigi Perissinotto
Luigi Perissinotto
Nov 02, 2023
Replying to

Grazie Bozzy, grazie Boz e grazie Fabio ... Addirittura tre volte per il Texas ...mentre gli altri aspettano. Ciao

Like

Guest
Oct 28, 2023

Meravigliosa storia...

Il Boz

Like

Guest
Oct 28, 2023

Amazing Texas...

Ciao

FABIO B

Like

Guest
Sep 02, 2023

Bellissimo il Texas, magico, dai tuoi racconti mi è venuta voglia di fare un giro

Like
Guest
Sep 16, 2023
Replying to

Sono un pò in ritardo con le risposte. Ti ringrazio e ti auguro di esaudire i tuoi desideri. Gigi

Like

©2023 by Viaggi Senza Parole. Proudly created with Wix.com

bottom of page