VAL RESIA - PUST 2023
- Luigi Perissinotto

- Sep 12, 2023
- 3 min read
Updated: Sep 16, 2024
19 febbraio 23
12 settembre 23
Gita giornaliera dai Resiani. Dovrei scrivere gita in Val Resia ma l'aspetto più importante, quello che rimane in testa e negli occhi è associato all'uomo e alla donna Resiani. Veri indigeni, isolati, ossuti, montanari caparbi, non rudi, taglienti come le lame che da sempre molano con vigore e destrezza. Per la nostra gente un po' più anziana del Basso Piave, è ancora vivido il ricordo degli arrotini della Val Resia, delle loro biciclette con la pietra circolare della mola, la vaschetta dell'acqua stillante e la sacca degli utensili affilati e da affilare.
Siamo partiti presto in mattinata per raggiungere Stolvizza borgo estremo alla fine della Val Resia, nella parte nord occidentale del Friuli, raggiungibile facilmente anche in questo mese di febbraio, dove i contrafforti imbiancati dei Musi e di altri monti serrano la valle e non consentono il valico verso l'altrove. Da quassù, da questo angolo nascosto della Carnia, l'altrove potrebbe essere un qualsiasi paese Slavo fino alla Cechia o alla Polonia. Perché qui, in questa piccolo territorio, la lingua parlata è il Resiano, un dialetto slavo di origini miste ed indefinite, riconosciuto dall'Unesco. Parlato dalla maggioranza dei residenti (la popolazione dell'intera valle è di poche migliaia di persone), capito da tutti (i Resiani) purtroppo in declino tra i giovani.
La valle è tranquilla, con panorami stupendi e selvaggi, fuori dalle rotte turistiche con una sola strada che la percorre senza arrivare se non per tornare. C’è qualcosa di magico in mezzo a questi boschi senza tralicci, senza impianti di risalita, senza alberghi e senza rotatorie… è una terra senza residui umani e senz’altro protetta dagli elfi dei boschi.
La gente è accogliente, entriamo in chiesa ed un signore, non abbiamo capito il ruolo, ci viene incontro e si rende disponibile a farci da Cicerone. Poche parole, chiare, asciutte per mettere in risalto gli aspetti più interessanti della deliziosa chiesetta. Subito accanto alla chiesa un piccolo e recentissimo museo. Anche qui una signora, questa volta incaricata dalla Proloco, ci aiuta a conoscere gli aspetti storici e culturali della Valle, una minuscola abitazione tipica resiana ed i reperti di scavi archeologici rinvenuti sulla sommità di un monte, alto sulla valle, e relativi ad insediamenti del IV secolo d.c.
A Stolvizza c'è anche il museo dell'arrotino, dove però siamo entrati di sfuggita perché era tempo di scendere a San Giorgio per il "Pust" il tipico carnevale Resiano. Il carnevale dei cappelli e dei violini. Delle danze e delle musiche ipnotiche e coinvolgenti. I cappelli, indossati da donne e da uomini, sono alti, ridondanti di fiori coloratissimi, una campana bianca fiorita, un tripudio di corolle ostentato ma perfettamente consono. Il ballo è ripetitivo, quattro passi una giravolta una zoccolata perentoria sul pavimento. E via, ancora e ancora, fino allo sfinimento. Ai violini, ai violoncelli ed ai contrabbassi una "accozzaglia" di originali musicisti. Grandi piccini, mascherati e no, con e senza cappello, giovani e vecchi a comporre una fantasmagorica banda di simpatici "sciamannati".
Si fa sera velocemente in questa valle isolata e una grigia e malinconica bruma si insinua fra i monti che ci separano dal confine Sloveno. Prima di ritornare nel mondo convenzionale, torno a guardare questi uomini e queste donne danzanti, i musicisti, i locali e gli ospiti invasori, tutti insieme, ai miei occhi, sono uno più bello dell'altro! Perché genuini come le montagne che li circondano e li proteggono.














Grazie Fabio grazie Marco. Continuate così.
Che meraviglia... Il Boz
Fantastico
Bozzy
Very nice...
Marco