WHITE SANDS NATIONAL PARK
- Luigi Perissinotto

- Jun 10, 2023
- 3 min read
Updated: Feb 22, 2024
11 Giugno 2023
Ore 7 giornata splendida, come al solito e un sole già caldo. In lontananza la siluette viola delle montagne e, in particolare, di un monte che mi ricorda il Vesuvio. Dopo venti chilometri, superato un valico come in un toboga la strada si lancia, ancora una volta, a fendere una pianura senza quasi inizio, senza fine e di certo senza confini.
Solo prateria sabbiosa con uno sfondo di monti lontani impalpabili ed azzurrini. Mai vista, a parte il deserto, una distesa di trascurabile suolo tanto vasto e incomprensibile. Non riesco a concepire, a causa della dimensione in cui normalmente vivo, un vuoto così astratto e nello stesso tempo così tangibile. E in questo non luogo scopro una quantità di storie incredibili. In particolare per uno come me che proviene dall'ambiente aereonautico. L'immensa pianura è in gran parte occupata dall'Air Force ed è adibita al collaudo di prototipi e aeromobili militari ed è anche una base missilistica (Missile Range Headquartes). Scorgo lontanissimi, in mezzo ad una alluvione di sabbia e piccoli arbusti, alcuni radar gli hangar e bianche casupole sparse.
Sempre in questo luogo, in un punto definito e accessibile solo due volte all'anno, chiamato Trinity Point nel circondario della cittadina di Alamogordo, è stata fatta scoppiare la prima bomba atomica sperimentale.
Quando in lontananza si iniziano ad intravedere delle dune bianche è il segnale che siamo in prossimità del White Sands National Park. Dopo l'accesso a pagamento ed ascoltate e poi lette una serie di raccomandazioni da guerra nucleare (portate quattro galloni di acqua, riposate spesso, attenzione che il vento può cancellare le tracce, e così via) abbiamo accesso ad un mondo irreale fatto di gesso bianco e di cielo azzurro. Sembra di essere in pieno inverno all'Alpe di Siusi senza le grandi vette rocciose. Una neve di gesso candido e finissimo. Nei tratti iniziali e lungo alcune dune, dove le pendenze sono meno accentuate, riescono a vegetare e a fiorire le incantevoli piante di Yucca (credo fioriscano ogni sette anni).
Il posto è come di consueto vastissimo e la parte visitabile è meno del 2 per cento, ma ugualmente enorme. Con l'auto si può viaggiare per mezz'ora tra piccole e grandi dune e perfetti punti di ristoro riparati dal sole, con servizi igienici acqua e con gli immancabili barbecue. Strano anche osservare famiglie con bambini scivolare dall'alto delle dune con i bob da neve. Ricardo è uno scenografo e mi dice che molti film, in particolare di fantascienza, ma non solo, sono stati girati in questo luogo. La temperatura sta salendo e gli occhi sono accecati dal riverbero dei raggi sul candido gesso come un enorme specchio e sentiamo il bisogno di un riparo e di un po' di ombra.
Sono le 10,30 e ci fermiamo in un edificio dell'accoglienza con la scritta "Pueblo" e notiamo che la temperatura è segnalata in tre diversi riquadri: 32 gradi in questo piazzale, 38 al primo punto acqua all'interno del parco, 42 prevista alle 02 p.m. Completiamo il nostro giro con la visita del piccolo e curatissimo spazio espositivo e ci infiliamo nuovamente nella direttissima staffilata d'asfalto verso la cittadina di Alamogordo. Sono attratto dal nome di questa località che mi evoca storie avventurose di frontiera e di mistero alieno (sebbene, in spagnolo, gordo significa grasso). E la cittadina, a parte l'immancabile struttura americana con una "main street,' a otto corsie, le insegne dei soliti locali per mangiare e delle solite pompe di benzina per dissetare i mostri a quattro e sei ruote, mantiene in alcune vie interne il fascino di una stazione di frontiera. O almeno di un avamposto sulle piste degli indiani Mescalero Apache di cui ancora si intravedono alcuni caratteri somatici nelle persone del luogo. Persone che, per la verità, ho osservato in un ambiente un tantino avulso dal contesto storico ambientale genuino e precisamente all'Interno di un Walmart.
Il ritorno al nostro Campground (campeggio) avviene sotto un sole cocente e un caldo violento che nemmeno l'aria condizionata riesce ad attenuare. Il nostro posto tenda è però in posizione perfetta, all'ombra e ventilato a due passi dalla piscina, vicino allo Store (negozio) ai bagni con l'aria condizionata e il pomeriggio è semplicemente una godimento fisico e mentale. Il cuoco stasera propone spaghetti al pomodoro con paprika e parmigiano. Quasi come a casa.

























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